Con installazioni prevalentemente nelle regioni Basilicata, Puglia, Calabria e Campania, la Combimetal Carrera, società di Policoro (Matera) è specializzata nella lavorazione e fabbricazione di strutture serricole in acciaio. L'impresa propone da tempo diverse soluzioni di serre, sia a campata singola sia multipla, per la coltivazione ortofrutticola (e non solo).
"Ogni anno registriamo una crescita del 10% nella domanda di serre agricole - spiega Antonio Carrera - Realizziamo oltre 90 ettari l'anno di strutture tradizionali che, nella maggior parte dei casi, ospitano fragole o frutteti, come impianti di drupacee, diospireti e actinidieti. Ogni richiesta si differenzia a seconda della tipologia preferita dal cliente: lunghezza, aperture al colmo a singola o doppia ala, aggiunta di frontali in film plastico o possibilità di includere il sistema di apertura motorizzato. Sono 20 anni che le progettiamo, costruiamo e installiamo".
Le serre Combimetal Carrera vengono interamente zincate a caldo, con capriata realizzata da 1 a 11 rinforzi. Le arcate in tubo tondo zincato a caldo (aventi diametri da 27 mm fino 60 mm e spessore 2,5 mm) comprendono controventature.
"Con l'intensificarsi degli eventi climatici estremi, abbiamo dovuto migliorare la stabilità e la resistenza delle strutture. In fase di montaggio, dotiamo le serre di controventature in acciaio zincato, necessarie non solo a fornire alla struttura stabilità e resistenza in caso di forti raffiche di vento, ma anche a permettere al film termoplastico di copertura di non essere danneggiato da spiacevoli eventi meteo. L'alta qualità dei materiali utilizzati, con tubi in acciaio spessorato, interrati a una profondità di 50-60 cm mediante pali dotati di estremità elicoidale per garantire un migliore ancoraggio, ci permette di realizzare strutture solide e durevoli, resistenti a grandine e raffiche di vento fino ai 120km/h".
I momenti difficili non sono però mancati, per la ditta Combimetal Carrera, come il recente e negativo andamento di mercato per i materiali ferrosi, come l'acciaio, aggravato dalle vicissitudini e tensioni geopolitiche e socio-economiche. "La crisi mondiale e la carenza di materie prime ha generato rincari generalizzati un calo drastico delle richieste fino al 70%. Molti imprenditori hanno perciò deciso di rinviare l'investimento a tempi più tranquilli. Nell'ultimo anno, le quotazioni si sono stabilizzate, con valori che comunque non tornati all'era pre-Covid-19. Si registra, infatti, un generale incremento dei prezzi dal 20 al 30% rispetto al passato. Un aumento che ormai le imprese mettono in conto, a cui non danno quasi più peso".
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