"Abbiamo deciso di chiudere la stagione con un mese di anticipo. Avremmo potuto lavorare fino alla prima decade di settembre con l'estero, ma quando ti accorgi che inizi a perdere soldi, occorre osservare la situazione con molta attenzione e avere il coraggio di fare un passo indietro. Eravamo consapevoli di non poter competere: inizialmente i buyer hanno trovato conveniente acquistare da altri Paesi, poiché le angurie italiane hanno subito un ritardo nelle fasi di accrescimento e maturazione, concedendo così spazio libero ad altri operatori stranieri, che hanno proseguito sereni, forti anche dei prezzi più bassi".
Così racconta da Massafra (Taranto) Gianni Martucci della ditta Martucci Srl. Le ragioni che hanno spinto l'operatore pugliese a fermare le vendite delle angurie varietà Melania già prima della metà di agosto possono essere attribuite alle difficoltà commerciali. Per l'imprenditore le aspettative sono venute meno, nonostante l'andamento produttivo e commerciale non risultasse chiaro fin dall'avvio.
E aggiunge. "Fornivamo soprattutto la Polonia, ma anche Francia e Germania. I prezzi poi sono schizzati alle stelle, specie a causa della riduzione dell'offerta in Italia causata dal clima rovente. I buyer esteri vogliono pagare le angurie 0,40 €/kg, impossibile se si acquista in campagna intorno ai 0,45 €/kg, ai quali vanno aggiunti i costi di lavorazione e dei bins di legno o cartone".
Anche le rese sono scese rispetto alle annate precedenti. "Agricoltori e operatori si sono ritrovati spiazzati anche per la riduzione dei volumi raccolti. Rispetto alle 70-90 ton/ettaro di angurie, quest'anno in molti campi la produzione non ha superato le 50 ton, creando così non pochi problemi a chi ha comprato a blocco. A noi esportatori, sono stati costretti infatti a chiedere dei rincari dei prezzi, difficili però da praticare e far accettare. Dunque, una stagione per niente soddisfacente, a differenza invece delle precedenti. Tuttora molti operatori italiani preferiscono commercializzare esclusivamente angurie tradizionali nei mercati interni, in quanto i clienti e i consumatori esteri sembrano più orientati al prezzo. Non mancano le contestazioni, poi, quando il prodotto giunge a destinazione e si mostra non di ottima qualità".
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