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I punti salienti della campagna appena conclusa della Op Agricor

Terza riconversione varietale per le albicocche

Terminata la campagna albicocche, nei frutteti della Op Agricor - situati nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza - il lavoro non è certo finito: nemmeno il tempo di tracciare un bilancio della stagione che l'organizzazione di produttori calabrese guarda già al futuro, avviando il terzo step del processo di riconversione varietale delle sue drupacee.

"È un percorso che ha l'obiettivo di portare valore ai nostri soci, orientando le produzioni verso quelle varietà capaci di esprimere il massimo livello gustativo e di adattarsi alle nuove condizioni climatiche che, anno dopo anno, si stanno consolidando nel nostro areale - spiega Natalino Gallo, presidente dell'Op Agricor - Le varietà che non ci soddisfano per caratteristiche gustative le stiamo progressivamente eliminando, preferendo quelle che in Calabria hanno trovato un buon adattamento e che ci stanno dando frutti dagli elevati standard qualitativi. Per il futuro investiremo solo su di esse".


Natalino Gallo, presidente dell'Op Agricor

"La riconversione varietale è un processo necessario per assicurare qualità ai nostri partner: riguarderà le superfici già dedicate alla produzione di albicocche, sia impianti datati che frutteti più giovani, anche di 5-7 anni, che però non riteniamo all'altezza delle nostre aspettative: sono varietà che non si sono adattate alle condizioni pedoclimatiche del nostro areale o che sul fronte gustativo non danno i risultati attesi", continua Gallo. Complessivamente l'Op Agricor lavora su circa 300 ettari di albicocchi, un'estensione che resterà stabile.

"Attueremo la terza riconversione varietale puntando su quelle varietà che già abbiamo in produzione e che ci stanno dando risultati positivi, quindi piante che conosciamo bene. Il gusto è sempre un fattore soggettivo, ma la nostra volontà è di ampliare le superfici con quelle albicocche che riteniamo migliori da mangiare. Interverremo soprattutto sulle produzioni precoci, mettendo a dimora le varietà che nelle nostre aziende agricole meglio si sono adattate. Estirpando e reimpiantando c'è il rischio, inizialmente, di avere un buco produttivo di alcuni giorni, ma è uno scenario assolutamente gestibile grazie alla nostra specializzazione. Non ci interessa giocare sulla precocità per poi rischiare di deludere il consumatore: il nostro obiettivo è quello di conquistare chi sceglie i nostri frutti con il gusto".

Gallo precisa: "È anche una questione di rispetto per chi compra. La spirale inflattiva degli ultimi anni ha portato a un innalzamento dei prezzi al dettaglio e la nostra mission è di presentare sul mercato albicocche gustose, coltivate nel rispetto dell'ambiente e delle persone, che siano un vero piacere per il palato". Oltre al gusto, un'albicocca deve soddisfare diversi requisiti tecnici per essere commercializzata nella distribuzione moderna: raccolta, lavorazione, trasporto e poi approdo al punto vendita. "Passaggi che comportano la necessità di avere frutti gestibili, di un determinato calibro, con un'adeguata shelf-life. Per quanto riguarda il gusto, riteniamo valida un'albicocca che superi i 12 gradi Brix, ma la dolcezza non è tutto: ci sono frutti di 16 gradi Brix che hanno un sapore piatto. Ecco perché è importante anche l'acidità, come elemento di contrasto alla dolcezza e parte strutturale del sapore stesso del frutto, assieme al profilo aromatico".

A fare però la differenza sono la gestione agronomica e la lavorazione delle varietà. "La parte più delicata è sicuramente la raccolta: se uso bins, ad esempio, sarò costretto a raccogliere lontano dalla maturazione e anche la varietà più buona e saporita non darà soddisfazione. Spesso, poi, i produttori quando sanno di coltivare albicocche capaci di sviluppare un elevato tenore zuccherino, appena vedono arrivare un po' di colore raccolgono, spaventati di andare oltre il momento giusto per la raccolta. Come Op assistiamo i nostri soci produttori in tutte queste fasi, accompagnandoli nella definizione dello stacco. Poi, per lavorare albicocche di qualità, noi raccogliamo in casse mai superiori ai 13 kg - spiega Gallo - I viaggi fatti all'estero, che effettuiamo regolarmente, ci hanno aiutato a conoscere nuove varietà e vedere modelli produttivi diversi dal nostro, ma un albero da frutto alla fine va valutato sulla propria terra".

Il punto sulla campagna albicocche 2024
La campagna albicocche appena conclusa è stata caratterizzata da volumi produttivi bassi. "Le previsioni primaverili ce lo avevano suggerito, ma quando è partita la raccolta i quantitativi commercializzabili si sono confermati davvero modesti - illustra l'imprenditore - soprattutto per le produzioni precoci. Le varietà di alta qualità e la seconda parte della stagione, dal 20 giugno a fine luglio, ci hanno riservato soddisfazioni commerciali. Nonostante i prezzi buoni, però, le ridotte quantità non hanno generato una sufficiente marginalità per le aziende agricole. Sul fronte dei costi produttivi notiamo, infatti, una ripresa degli aumenti, sia per l'energia sia per i mezzi tecnici: un altro fattore che, assieme agli effetti dei cambiamenti climatici, impatta sulle nostre attività. Dopo gli incrementi record registrati tra il 2022 e il 2023 ci aspettavamo un allentamento dei rincari, o quantomeno un periodo di relativa stabilità. Invece i segnali vanno nella direzione opposta".

"Destiniamo una quota che oscilla tra il 20 e il 30% ai mercati esteri, dove negli ultimi anni si sta sviluppando un'attenzione marcata alle caratteristiche gustative delle albicocche: dolcezza e sapore sono tenute sempre più in considerazione. Anche questo aspetto ha rafforzato la nostra idea di procedere con la nuova riconversione varietale. Ci sono catene estere che eseguono test settimanali sulla qualità gustativa dei frutti: prima non succedeva e questa è un'indicazione precisa sulla direzione verso cui dobbiamo orientarci. Gli stessi discount, che fino a tre anni fa pensavano solo al prezzo, ora ti parlano di sapore: il gusto sarà sempre più determinante per avere successo", sottolinea Gallo. "La concorrenza estera c'è e arriva essenzialmente dalla Spagna, che ha numeri impressionanti e, soprattutto, una capacità di offrire forniture costanti. Questo è invece il punto debole della produzione italiana. Noi siamo innamorati delle nostre piante da frutto, che trattiamo con i guanti di velluto rispetto alla concorrenza estera, anche sacrificando il reddito dell'impresa. D'altra parte, sul fronte del gusto e del sapore, non c'è confronto".

Varietà rosse e brand premium Eccelsa
Le albicocche rosse sono un segmento sempre più interessante: la distribuzione italiana le ha inserite in reparto con soddisfazione e i consumatori hanno imparato a riconoscerle. "Con queste nuove varietà abbiamo mantenuto un trend di prezzo e consumo costante dal primo giugno alla fine di luglio. Due mesi di campagna in cui, con i nostri partner, abbiamo impostato un prezzo equo e costante, evitando ogni turbolenza, che ha permesso di fidelizzare il consumatore: è una strategia win-win che consente di mettere in campo una gestione equilibrata di tutta la stagione. Infine, abbiamo avuto grandi soddisfazioni dal nostro brand premium Eccelsa", conclude Gallo. "I consumatori hanno imparato a riconoscerlo nel punto vendita e li conquista con il gusto distintivo dei suoi frutti, a casa".

Per maggiori informazioni: www.gallofrutta.net/it