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Pitaya Sicilia

Il frutto del drago che si produce in Sicilia è bio

Quanto viaggiare possa essere stimolante per l'attività agricola professionale, lo testimonia l'esperienza di Carlo Ficarra, giovane produttore ortofrutticolo siciliano di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa.

Carlo Ficarra

Dal Messico alla Sicilia
"Sono nato in una famiglia di produttori orticoli come tante - esordisce Ficarra - e ho preso in carico un'azienda tramandata da mio nonno a mia madre. Fino a qualche anno fa, nella mia azienda si coltivavano solo pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, arance e limoni, ma nel 2016 un viaggio in Messico mi ha cambiato la vita. Imbattendomi in una coltivazione di pitaya, il cosiddetto frutto del drago, sono rimasto molto impressionato dalla bellezza del fiore, del frutto e, infine, del colore della sua polpa".

"Man mano che chiedevo ai coltivatori locali informazioni - aggiunge l'agricoltore - scoprivo che esistono diverse varietà di questa cultivar, con diversi colori esterni: verde, giallo e rosso; e polpe a loro volta di diversi colori e sfumature: bianco, rosso, magenta viola etc. L'impatto con i colori e gli innumerevoli riflessi interni, mi hanno fatto letteralmente innamorare di questo frutto".

"Al ritorno in Sicilia da quest'esperienza la passione mi ha spinto verso una diversificazione produttiva in azienda – continua il produttore – Nel giro di qualche anno ho convertito il 20% di 5 ettari totali a pitaya, inserendo anche il mango. Già dall'anno prossimo, però, andremo a produzione con altri 3000 mq, che si aggiungono agli attuali 1000 mq dedicati ai tropicali. Come per la pitaya, anche per il mango disponiamo di diverse varietà come Tommy, Palmer, Maya, Kent, Kensington Pride e altre: pochi alberi per ciascuna, suddivisi per epoca di maturazione. La commercializzazione per entrambe le referenze avviene per vendita diretta e spedizioni su richieste che ricevo dai social o dal sito e-commerce aziendale".

"Un ulteriore punto di forza è che siamo certificati bio e, pertanto, i miei frutti tropicali hanno una marcia in più rispetto ai prodotti standard – spiega Ficarra - Certo, non posso garantire frutti uniformi ed esteticamente perfetti, ma gli intenditori vanno oltre queste apparenze, almeno per il mango. Mentre per il frutto del drago, riesco a fornire una certa omogeneità di prodotto: da giugno ai primi di ottobre".

"Dal punto di vista della remunerazione, posso affermare che si tratta di referenze ad alto valore commerciale - chiarisce l'esperto - specialmente perché il prodotto italiano (e bio) ha sempre un appeal non solo sugli operatori della filiera, ma anche e soprattutto sui consumatori finali. Infatti per la pitaya spunto non meno di 12 euro al kg e per il mango 10 euro al kg".

"Coltivare pitaya è un'attività molto impegnativa, perché richiede una specializzazione che ho dovuto sperimentare e maturare, tra errori e tentativi, nel corso di questi anni che sono stati molto intensi – rivela Ficarra – L'impollinazione, per esempio, avviene solo di notte e richiede tecniche agronomiche molto meticolose e dispendiose sul piano della manodopera. In Italia, posso essere considerato pioniere della produzione professionale di dragon fruit e ne faccio un vanto personale, non tanto per orgoglio ma perché per gli anni di sacrifici che ho impiegato per arrivare a questo traguardo".

Per maggiori informazioni:
Carlo Ficarra
Pitaya Sicilia
Santa Croce Camerina (RG) – Italia
+39 3296162799
[email protected]
www.pitayasicilia.com