Ancora è in fase embrionale e nel 2024 ci saranno solo alcuni test, ma è allo studio un progetto per creare la filiera del "Marrone Emiliano" che potrebbe diventare operativa nel 2025. Lo afferma Renzo Panzacchi, coordinatore dell'Associazione consorzi castanicoltori Appennino emiliano-romagnolo.
Renzo Panzacchi allo stand al Macfrut nell'area dedicata al settore castanicolo, organizzata da Luciano Trentini
"In Gdo. la richiesta di prodotto italiano è sempre più pressante. L'idea è quella di mettere in rete le produzioni di marroni di alta qualità dei territori di Bologna, Modena e Reggio Emilia. Queste tre zone appenniniche sono uniformi dal punto di vista del suolo e del territorio, per cui il prodotto che se ne ricava è piuttosto omogeneo e la Gdo chiede proprio questo, uniformità".
La campagna 2024 si avvicina e, a causa dell'andamento meteo, la raccolta sarà quasi certamente anticipata. "Non si possono fare previsioni certe - aggiunge Panzacchi - perché, come dico sempre, i dati si hanno solo quando cadono, e si aprono, i ricci. A ogni modo vediamo che le pur poche piogge dell'estate 2024 hanno dato sollievo alle piante e ci aspettiamo un maggior numero di marroni e castagne con calibro più importante".
Sui volumi attesi, Panzacchi ha delle stime verosimili: "Nell'area regionale pensiamo che avremo il 40% di castagne e marroni in più rispetto al triennio precedente, un dato in crescita del 70% se ci riferiamo al solo 2023, l'annata peggiore degli ultimi decenni".
Vendita in un supermercato nell'ottobre 2023
Gli agricoltori devono intervenire con largo anticipo tramite la confusione sessuale per contrastare le cidie, così come serve molta attenzione della gestione dei funghi, anche in post raccolta.
"Il castagno può davvero tornare a essere una coltivazione importante per la media montagna - conclude Panzacchi - in quanto è forse la sola che possa portare reddito, se gestita però in maniera moderna e professionale".