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Parla Giacomo Suglia

"Poche uve in campo ma prezzi simili al 2023 sui mercati europei"

Entrano nel vivo le esportazioni delle uve pugliesi in Europa, con la Germania in testa tra le principali destinazioni, Sebbene l'economia tedesca risulti in contrazione da circa un anno, la Germania è considerata da sempre il mercato di riferimento per l'export ortofrutticolo italiano (e non solo).

A caratterizzare la stagione 2024 sono le minori quantità rispetto alle previsioni iniziali. "C'è una flessione delle rese tra il 30 e il 40%, soprattutto per le cultivar apirene. Ci aspettavamo una riduzione, ma non pensavamo si mostrasse così marcata. Le richieste non mancano dai clienti esteri, con un andamento in crescita già da qualche settimana. C'è un ottimo equilibrio tra domanda e offerta, anche se a volte gli ordinativi superano le possibilità di fornitura. Auspicavamo che il calo delle disponibilità potesse essere compensato dai un idoneo rincaro delle quotazioni, ma al momento non sta accadendo. Le quotazioni sono simili al 2023", dice Giacomo Suglia, presidente di Apeo, l'associazione che raggruppa diversi produttori ed esportatori ortofrutticoli.

Anche nel secondo trimestre il Pil tedesco scende (-0,1%) e dunque l'indice di fiducia delle famiglie cala. "Gli operatori della Germania ci comunicano che i consumi sono più bassi del passato, chiedendoci così di aiutarli a stimolare le vendite attraverso promozioni e prezzi più competitivi. È inevitabile che i nostri profitti si assottiglino, poiché siamo costretti ad affrontare costi di produzione e manodopera già alle stelle, tipici del nostro Paese. Oltre alla Germania, le vendite stanno proseguendo in modo apprezzabile anche in Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Danimarca e Svezia, mentre si riduce l'interesse a instaurare rapporti con i mercati dell'est, a causa delle difficoltà per questi buyer nel garantire quotazioni simili al resto d'Europa", aggiunge Suglia.

La situazione quantitativa nei vigneti viene aggravata anche dalla forte riduzione delle superfici per le varietà tradizionali. "Ad esempio, per l'uva Italia si stima un vuoto di almeno il 50%, se paragonato agli ultimi 5-6 anni. Malgrado sulle piante si contino minori volumi, la qualità della merce spedita è elevata, con grappoli di ottima presentazione estetica, particolarmente apprezzati. Le alte temperature di questa estate hanno poi aumentato i gradi Brix. A fine ottobre, l'80% delle uve italiane potrebbe essere già stato commercializzato".