Quest'anno, la raccolta delle mele è soddisfacente sia in termini di quantità che di qualità, mentre quella delle pere è in crescita, grazie in particolare alle varietà estive e alle nuove cultivar che stanno arrivando sul mercato. Queste previsioni di raccolta sono state presentate a tutto il settore (produttori, grossisti, distributori e fabbricanti) il 28 agosto a Parigi, in occasione del tradizionale lancio annuale della campagna francese delle pomacee.
Foto: ANPP
Mele: un raccolto soddisfacente senza eccessi
Con 1,463 milioni di tonnellate, il raccolto del 2024 è praticamente invariato rispetto ai 1,508 milioni di tonnellate prodotti nel 2023, ed è "soddisfacente ma senza eccessi", spiega Vincent Guérin, responsabile economico dell'ANPP. Il raccolto si è avvicinato alla media, ma "non ha raggiunto il suo pieno potenziale".
Nel 2024, le varietà internazionali sono scese a 859mila tonnellate (-10%) rispetto all'anno scorso, mentre le varietà Club e Terroir sono risultate in aumento. Il calo è più marcato per la Granny Smith (-26,3% rispetto al 2023) e la Fuji (-27% dal 2023, a 47.000 tonnellate). Il raccolto delle Golden è rimasto stabile (-2% dal 2023, a 346mila tonnellate), mentre le Gala sono scese a 251mila tonnellate (-7% dal 2023). La produzione delle varietà club è stabile (-1%). La Pink Lady ha prodotto 164mila tonnellate (il 5% in meno rispetto al 2023). La Jazz continua a crescere (+16%), così come la Chantecler e le nuove varietà.
Mentre i volumi delle mele francesi sono buoni, in Europa il raccolto segna una "carenza storica, risultando il secondo più basso del decennio", con 10,2 milioni di tonnellate nel 2024 (1,3 milioni di tonnellate in meno rispetto allo scorso anno). Le condizioni meteo hanno avuto un impatto sull'Europa orientale, e più specificamente sulla Polonia. Le scorte sono state "leggermente elevate a luglio (73.347 tonnellate), ma questo non è allarmante, soprattutto se si considerano le scorte europee (423.037 tonnellate). Avevamo pianificato di chiudere con un alto livello di scorte il 1° luglio, ma alla fine siamo tornati in linea", spiega Vincent Guérin.
È stata una campagna promettente anche fuori dalla Francia, con vendite all'esportazione più dinamiche (in aumento di 25.000 tonnellate rispetto allo scorso anno). "Non è niente di straordinario, ma non siamo più nella fase di recessione degli ultimi anni". La Francia ha riguadagnato quote di mercato in Ue, soprattutto nel Regno Unito, sebbene stia perdendo terreno in Estremo e Medio Oriente. D'altro canto, il Sud America sembrerebbe essere uno sbocco interessante, poiché i volumi stanno aumentando.
Un raccolto di pere in crescita: abbondanza di varietà estive e nuove varietà
Con una previsione di 119mila tonnellate di pere quest'anno (rispetto alle 104mila tonnellate del 2023), il raccolto di pere francese sta crescendo "senza raggiungere il pieno potenziale (media di 132mila tonnellate). È anche molto lontano dalle 150mila tonnellate delle annate migliori", secondo Vincent Guérin.
Il raccolto francese è quindi in leggero aumento e mostra "un certo dinamismo", con l'arrivo di nuove varietà "che devono ancora trovare il loro posto sul mercato", e anche grazie a volumi maggiori di pere estive come la Guyot (27.000 tonnellate, +61% dal 2023) e la Williams. Le pere autunnali e invernali registrano invece una flessione quest'anno, in particolare le pere Conference che, a livello europeo, risultano scarse.
Gli indicatori per la Francia sembrano buoni, soprattutto in rapporto al raccolto europeo, che è "lontano dal suo potenziale, con 1,8 milioni di tonnellate previste". Come per le mele, si tratta del "secondo raccolto più basso degli ultimi 10 anni".
"Nessuna attività promozionale, nessun margine inaccettabile"
"I produttori hanno registrato dei miglioramenti nei prezzi di vendita l'anno scorso, sebbene non vengano ancora adeguatamente remunerati", spiega il presidente dell'ANPP. I costi di produzione rimangono elevati, come spiega Xavier le Clanche, responsabile tecnico dell'associazione. "Le mele non hanno mai avuto costi di produzione così alti".
Secondo Daniel Sauvaitre, "i prezzi pagati ai produttori dovrebbero aumentare in media di 0,10 euro/kg per compensare l'inflazione dei costi di produzione degli ultimi 2 anni. Allo stesso modo, il lancio di questa campagna è un'opportunità per noi di mandare un messaggio forte alle catene di supermercati: 'nessuna azione promozionale, nessun margine inaccettabile', per rispettare sia il futuro dei frutteti sia il portafoglio dei consumatori".
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Vincent Guérin
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