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"Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Polemizzo ergo sum: ecco l'anguria vipness edition

E' da alcuni giorni che su vari social, non solo di professionali o di settore, imperversa la polemica scatenata dalla ormai nota anguria Diamond con etichetta peso prezzo impostata a € 2,79 x 15 kg = € 41,85!

Giancarlo Amitrano

Sicuramente l'acquirente, nel pubblicarla sul suo profilo, per suscitare magari solo qualche risata tra amici in condivisione, era anche ignaro del vespaio che di li a poco avrebbe suscitato nel mondo ortofrutticolo. Mondo che si è ben presto diviso in due fazioni, distinte e contrapposte: una che grida allo scandalo e una che giustifica il prezzo in virtù del prodotto, della location, della cinica legge del commercio.

Occorre fare alcune premesse però, magari ovvie, ma che servono a circostanziare meglio il presunto "reato" sul quale, per impostazione costituzionale, vige il principio della presunzione d'innocenza. Facendo una rapida ricerca sul web, questo prodotto si trova in vendita online con prezzi che oscillano tra 1,99 e 2,79 kg, quindi comunque in fascia definibile premium e in linea con l'etichetta di cui sopra.

Il frutto, sicuramente selezionato a mestiere per scelta varietale e metodo colturale, nasce in quel di Mantova, si incammina via mare verso Olbia per approdare poi in zona Arzachena, non proprio Costa Smeralda, ma comunque areale di un certo spessore turistico, affrontando oltre il viaggio anche alcune spese di trasporto non indifferenti, tra le quali quelle di traghetto, negli ultimi anni cresciute con un vigore inflattivo da far impallidire chiunque.

Nel mio immaginario, sicuramente prevenuto e distorto, mi trovo a visualizzare il carrello della spesa con a sinistra l'anguria della discordia e, non so perché, a destra una bottiglia di Don Perignon 2008 da 400 euro per 0,75 cl di liquido frizzante! Liquido d'eccellenza ovviamente, ma non in grado di far incendiare la polemica tanto quanto il povero frutto rosso.

E allora mi chiedo: perché mai due pesi e due misure per giudicare un'eccellenza agricola e un prodotto luxury? O meglio, perché mai un prodotto agricolo non può fregiarsi dei connotati del lusso ove il risultato di gusto e l'appagamento dei sensi raggiunga lo stesso livello di un brand fashion?

A ciò si aggiunga che anche entrare in un supermercato, come in un luxury shop, non implica di default l'obbligatorietà dell'acquisto: rimane sempre vigente il libero arbitrio e uscire a mani vuote non è reato fino a prova contraria.

Forse la colpa di tutto si può imputare al postulato cartesiano del "polemizzo ergo sum", quel sano principio per cui ostentare il proprio stupore e la propria disapprovazione rende indubitabile la certezza di esistere. Obiezione respinta, direbbe il giudice: affermazione polemica e senza basi comprovate; avvocato, si limiti ai fatti!

Inaccettabile, infine, che la base dissenziente sia quella stessa che lamenta il mancato riconoscimento del giusto valore ai prodotti ortofrutticoli e che magari inalbera la voce per il solo fatto che il giusto valore sia dato a una semplice anguria e non ad altro.

Esaurito il discorso sulla polemica in generale, e rendendomi conto a questo punto di averla alimentata anche io con queste "Parole d'ortofrutta" che hanno la presunzione di presentare il problema sotto una luce nuova e suscitare "pensieri alternativi" (non sono quindi immune da egocentrismo agricolo), occorre dire che, se dovessi fare una valutazione assortimentale, probabilmente scarterei un'eventuale proposta di inserimento, così come al contempo posso affermare con una certa sicurezza che se trovassi una Diamond in vendita, magari in vacanza e con il giusto "animus" dettato dal dolce far niente, forse forse la comprerei, approcciandomi a sua degustazione con lo stesso entusiasmo con cui si stappa una bottiglia d'annata.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 48)