Il progetto di mele Sambóa del Gruppo Rivoira fa il suo debutto ufficiale con l'entrata in produzione commerciale di 4.000 tonnellate e una forte affermazione nel segmento extra-dolce, con tre diverse varietà sviluppate in Brasile, che coprono una fornitura di dodici mesi.
"Abbiamo iniziato la stagione il 1° settembre con la prima varietà, Luiza, di cui prevediamo la raccolta di circa 1.800 tonnellate, in un periodo in cui non esistono varietà premium specificamente extra-dolci e che si differenziano notevolmente per aspetto, sapore e consistenza dalle mele convenzionali. Continueremo con Venice a gennaio, con una previsione di 1.200 tonnellate, e termineremo con Isadora a maggio, con circa 1.000 tonnellate", spiega Marco Rivoira, Ceo del Gruppo.
"Con queste tre varietà, l'obiettivo è mantenere le stesse caratteristiche di aspetto, sapore e consistenza per tutto l'anno, come valore per il consumatore", sottolinea. "È una mela bicolore, molto attraente alla vista per il contrasto tra il rosso e il giallo, che genera un impatto immediato, oltre a essere molto croccante e succosa. Ma ciò che la distingue maggiormente è il suo sapore molto dolce, con gradi Brix superiori alle varietà convenzionali di riferimento".
Marco Rivoira sottolinea il concept di "Ripe on Tree", certificato da Bureau Veritas, come una delle chiavi per far arrivare le mele Sambóa al consumatore con la massima dolcezza. "Questa gestione della raccolta al punto ottimale di dolcezza richiede un alto grado di precisione, in base ai requisiti di ogni distributore, sia per garantire il valore del prodotto sia per evitare reclami a destinazione".
"L'anno scorso abbiamo fatto una campagna di prova con circa 1.500 tonnellate nei mercati all'ingrosso in Italia e Spagna, con un enorme successo, soprattutto all'inizio della campagna. Siamo sicuri che ci sarà un'ottima accoglienza da parte dei consumatori".
Per il momento le mele Sambóa sono coltivate in Italia, anche se l'azienda, che ha l'esclusiva mondiale di queste varietà, sta valutando la possibilità di coltivarle anche in altri Paesi come gli Stati Uniti e, nell'emisfero meridionale, in Nuova Zelanda e Cile.
"Per ora stiamo chiudendo un ottimo ciclo con queste tre varietà, anche se in futuro potrebbero arrivarne altre. Dal punto di vista genetico, avendo sviluppato il loro incrocio naturale in Brasile con le condizioni estreme degli ultimi anni, sono altamente adattabili ai cambiamenti climatici, con un minor numero di ore di freddo, un'elevata tolleranza al caldo e al sole, nonché una resistenza, in Europa, a malattie come la gromerella leaf spot (GLS)".
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Marco Rivoira
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