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Il regime delle varietà da conservazione per il futuro della biodiversità europea

La Commissione Europea ha proposto di semplificare le procedure di iscrizione e commercializzazione delle varietà a rischio di estinzione. "The Conservation Varieties Regime: Its Past, Present and Future in the Protection and Commercialisation of Vegetable Landraces in Europe" ("Il regime delle varietà da conservazione: passato, presente e futuro per la protezione e la commercializzazione delle varietà orticole in Europa") è il titolo dell'articolo pubblicato sulla rivista internazionale Horticulturae, che considera la biodiversità orticola europea e suggerisce come preservarla per le generazioni future.

In particolare, la rassegna analizza il regime delle varietà da conservazione, introdotto in Europa nel 1998 (Dir. 98/95/CE) per commercializzare le varietà minacciate da erosione genetica, che non soddisfano pienamente i criteri di distinguibilità, uniformità e stabilità (DUS) richiesti per la registrazione nel Catalogo Comune delle varietà.

Dall'analisi presentata dagli autori emerge un quadro non propriamente positivo: a distanza di 25 anni dall'introduzione del regime delle varietà da conservazione, nel 2023 risultavano registrate solamente 191 varietà da conservazione in tutta Europa, meno di un centesimo (0,88%) di tutte le varietà registrate nel Catalogo Comune delle varietà di specie orticole (21.593 varietà). I Paesi più rappresentativi sono Spagna e Italia, che hanno registrato, rispettivamente, 57 e 43 varietà.

Più in particolare, il caso di studio italiano offre un quadro ancor più rappresentativo del (mal) funzionamento del regime delle varietà da conservazione; infatti, solo sette regioni su venti – prime tra tutte Toscana, Piemonte e Veneto con 22, 8 e 5 iscrizioni – presentano varietà iscritte al regime. Regioni come Puglia, Lazio e Basilicata, ricche di varietà locali, non hanno iscritto varietà da conservazione. Inoltre, è da considerare che solo 21 varietà da conservazione su 43 fanno capo a una ditta sementiera che potrebbe avere interesse a moltiplicarne e commercializzarne il seme; le altre varietà sono invece state iscritte da soggetti pubblici (università, centri di ricerca, ecc.) o enti associativi (comitati, consorzi di tutela e associazioni).

Varietà pugliesi di pomodoro

Quali potrebbero essere le ragioni dello scarso impatto di questo regime sul mercato sementiero europeo? Tra le ragioni principali, l'articolo individua requisiti per la registrazione ancora troppo severi, difficoltà nel reperimento di informazioni che attestino il legame storico e tradizionale delle varietà con la loro zona di origine e, in generale, una mancanza di informazione tra gli agricoltori. Spesso, infatti, il regime delle varietà da conservazione è visto più come una minaccia che come un'opportunità: le limitazioni all'autoproduzione, i limiti quantitativi alla commercializzazione e il divieto di vendita dei semi al di fuori dell'areale di origine spesso preoccupano i soggetti potenzialmente interessati.

A tal proposito, come riportato nell'articolo, la Commissione Europea ha pubblicato il 5 luglio 2023 la Proposta di Regolamento 2023/0227 (COD), che punta a semplificare le procedure di iscrizione delle varietà a rischio di estinzione al regime delle varietà da conservazione. Nella Proposta, inoltre, la Commissione sembra prendere una posizione decisa anche riguardo ai diritti degli agricoltori, ammettendo il libero scambio di semi tra gli stessi e incrementando l'area di commercializzazione delle varietà da conservazione dalla sola zona di origine all'intero territorio europeo. D'altro canto, il Consiglio Europeo, il 18 giugno 2024, è sembrato prendere le distanze da tale proposta, in quanto teme che possa indebolire il sistema sementiero commerciale e creare un canale secondario di accesso al mercato sementiero europeo per varietà commerciali che non soddisfano i requisiti DUS.

La partita è ancora aperta: nei prossimi mesi proseguirà il confronto tra le delegazioni interessate (ditte sementiere, associazioni di categoria, etc.) e gli organi di governo europei. La rassegna pubblicata sulla rivista Horticulturae - disponibile in open access a questo link - presenta una serie di dati dai quali non si può prescindere.

Fonte: Didonna, A.; Bocci, R.; Renna, M.; Santamaria, P. The Conservation Varieties Regime: Its Past, Present and Future in the Protection and Commercialisation of Vegetable Landraces in Europe. Horticulturae 2024, 10, 877. https://doi.org/10.3390/horticulturae10080877

Data di pubblicazione: