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Intanto Agricat torna sui suoi passi a seguito del primo tavolo tecnico

Alluvione: subisce oltre 300mila euro di danni, ma ancora nessun risarcimento

"Fra abitazione, azienda agricola e mezzi agricoli ho subito oltre 300mila euro di danni nell'alluvione del 16-17 maggio 2023. Ho compilato tutte le richieste per i risarcimenti, ascoltando con fiducia le promesse del Governo italiano, europeo e del Commissario straordinario. Ma pochi giorni fa a me, come ad altre migliaia di agricoltori, è arrivata la Pec di Agricat che respinge ogni mia richiesta".

Fabiano Mazzotti ha un'azienda frutticola a Prada di Faenza (Ravenna) è uno degli agricoltori che ha subito centinaia di migliaia di euro di danni (cfr. Freshplaza del 23/05/2023). "Spero che si faccia qualcosa di serio e che Agricat torni sui propri passi - afferma - perché la Pec della scorsa settimana è offensiva e irrispettosa. Nessuna spiegazione, almeno per motivare il fatto che le nostre richieste sono state respinte".

Mazzotti dice che i danni dell'alluvione, oltre che immediati, si ripercuoteranno per anni. "Ad esempio, quest'anno nei frutteti ho registrato un 30% in meno di produzione. Ma è comprensibile dato che l'anno scorso molte piante sono rimaste sott'acqua per più giorni. I mezzi agricoli, pur revisionati più volte, molto spesso si bloccano e le manutenzioni sono costosissime. Agricat è nata per risarcire dai danni catastrofali come gelo, alluvione e siccità: se l'alluvione in Romagna del 2023 non è stata catastrofale, mi chiedo cosa lo possa essere".

DAL TAVOLO TECNICO ALCUNE RASSICURAZIONI
"Il tavolo convocato ieri 3 settembre 2024 per la prima volta nella sede di Ismea - e già riconvocato per oggi 4 settembre con Agricat, Agea e i coordinamenti dei CAA - ha consentito di esaminare le criticità e, in relazione alle esigenze, di annunciare un provvedimento di sospensione delle comunicazioni inviate agli agricoltori colpiti dall'alluvione e dalle gelate tardive della primavera 2023". Confagricoltura nazionale commenta così l'incontro del tavolo che deve affrontare la questione relativa ai risarcimenti per le imprese agricole danneggiate dagli eventi atmosferici catastrofali dello scorso anno.

"Prendiamo atto delle intenzioni di affrontare la situazione, che è drammatica per numerosissime aziende che attendono ancora i risarcimenti o che finora sono state totalmente escluse dai rimborsi – afferma Nicola Gherardi, componente di Giunta che ha partecipato alla riunione a Roma – Agricat è uno strumento con grandi potenzialità, ma vanno rivisti i meccanismi relativi ai dati e alle valutazioni di intervento. C'è assoluta necessità di trovare soluzioni rapide per i territori colpiti: gli agricoltori non possono aspettare oltre".

INTERVENTO DI CONFAGRICOLTURA FORLI'-CESENA E RIMINI
Sul tema interviene anche Confagricoltura di Forlì-Cesena e Rimini. "Comprendiamo politicamente la levata di scudi in difesa del Ministro Lollobrigida da parte dei partiti di maggioranza, ma sul caso Agricat non c'è nessuna fake news diffusa, piuttosto promesse non mantenute come certificano le novemila Pec inviate dal Fondo agli agricoltori che hanno subito danni dall'alluvione di maggio 2023 e che ancora aspettano di essere pienamente ristorati. Questo è il risultato delle scelte fatte e di aver individuato in Agricat, una società da poco costituita e con una manciata di dipendenti, il soggetto che doveva gestire questa partita così complessa, ma vitale per il settore primario". Questa la posizione di Carlo Carli e Alberto Mazzoni, presidente e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.

"Quando è stata promesso di coprire il 100% dei danni subiti tutti sapevano, o almeno avrebbero dovuto sapere, su quali valori indice di rimborso lavora Agricat: l'integrazione al reddito perduto dai produttori doveva essere gestita con le Ordinanze del Commissario Figliuolo o con altri strumenti, come la Legge regionale 100, oppure si doveva modificare l'impostazione di Agricat, un fondo che impatta sulla gestione del primo rischio, che va a integrazione delle assicurazioni che l'agricoltore ha già stipulato – rimarcano i vertici di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini".


"Si è però scelto di proseguire su questa strada, promettendo il pieno ristoro dei danni, così come erano stati promessi anche i contributi sulla gestione del rischio del 2022, che ancora non si sono visti. Non siamo stati noi agricoltori a scegliere Agricat e prima di smantellare la vecchia piattaforma forse bisognava avere un piano alternativo per la gestione del rischio che, con gli effetti del cambiamento climatico, diventa sempre più centrale per difendere le produzioni agricole. L'obiettivo dovrebbe essere quello di riportare redditività in agricoltura e non di ostacolare chi coltiva i campi o chi alleva: eppure, vedendo anche gli ostacoli introdotti per le imprese che vogliono investire nelle bioenergie, verrebbe da pensare il contrario. Va bene il contrasto alla carne sintetica – concludono Carli e Mazzoni – ma abbiamo bisogno di poter continuare a produrre cibo sano e sostenibile per la Nazione".