"Siamo agli sgoccioli con la raccolta delle mandorle. Tutto sommato il quantitativo è soddisfacente, in linea con lo scorso anno. Coltivare questo frutto non è cosa semplice e ce ne accorgiamo sempre più, ogni anno che passa: si tratta di una pianta molto suscettibile ai cambiamenti climatici, sia in fase di fioritura sia in estate con la siccità", riferisce Sergio Marcoaldi, agronomo e responsabile per la filiera della mandorla presso la società cooperativa COPA di Canino (Viterbo). "Le primavere lente ad arrivare, con gelate tardive o piogge continue, sicuramente non facilitano la produzione, così come la siccità estiva che costringe a maggiore irrigazione".
"Siamo alla quarta stagione di produzione commerciale e le mandorle presentano un'ottima qualità - continua Marcoaldi - La nostra è una filiera chiusa, dalla coltivazione al confezionamento. I primi impianti risalgono al 2017 e sono irrigui. Vengono gestiti con estrema attenzione. Coltiviamo i mandorli secondo un sistema intensivo e, a regime, contiamo circa 100 ettari, distribuiti tra i circa 30 soci situati tra Lazio e Toscana. La raccolta è meccanizzata, anche all'avanguardia in alcune aziende. In alternativa, può avvenire con macchine scuotitrici che utilizziamo anche per i nostri oliveti".
"Quasi tutto il prodotto è venduto per il consumo diretto. Pochissime mandorle sono destinate all'industria dolciaria, che lavora quasi al 100% con prodotto di importazione, da Stati Uniti e Spagna in primis. La buona notizia è che stanno aumentando i prezzi sia delle mandorle statunitensi sia di quelle spagnole, ma anche del prodotto siciliano, i cui produttori hanno sofferto molto la siccità e sembrerebbe riportino un calo produttivo", sottolinea Marcoaldi.
"Per quanto dispiaccia, bisogna essere consapevoli che non ci sono sufficienti mandorle italiane per soddisfare la domanda di tutti i canali, industria dolciaria per prima. Quello che possiamo fare è rendere la nostra produzione italiana riconoscibile. Vederla maggiormente valorizzata nel nostro Paese sarebbe il massimo".
Le mandorle lavorate e sgusciate vengono confezionate in imballi che vanno da 250 grammi a 5 kg, sia in sottovuoto sia in atmosfera controllata, sia a marchio del cliente sia a marchio COPA. "Il nostro prodotto sgusciato si vende per tutto l'anno: siamo presenti nella Grande distribuzione organizzata, in negozi specializzati, e nel settore prodotti da forno/dolci. Abbiamo anche collaborazioni con produttori di torrone e cantucci, al fine di valorizzare le tipicità locali. La Gdo sta iniziando a chiedere anche trasformati a base di mandorle italiane. Questo ci dà fiducia", conclude Marcoaldi.
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