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Dall'anteprima digitale del Rapporto Coop 2024

Tagliare la spesa alimentare è un'opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani

Dopo un anno complesso diviso tra andamenti altalenanti dell'inflazione e crisi internazionali, gli italiani vivono il 2024 preparandosi al momento delle scelte. Posti di fronte a molti bivi, modificano le loro attitudini al consumo, sostituiscono le loro icone e si preparano anche agli scenari peggiori, come il possibile scoppio di nuovi conflitti. Pronti a rimboccarsi le maniche ove ce ne fosse bisogno, ma anche alleggeriti dall'inflazione, riscoprono la tavola e anche se stessi attraverso questa. Lo rivela il Rapporto Coop 2024, la cui anteprima digitale è stata presentata lo scorso 10 settembre.

"Registro con favore il fatto che persiste da parte dei consumatori italiani un'attenzione ad aspetti non secondari nell'offerta di un cibo che sia anche di qualità, rispettoso dell'ambiente, di chi lo consuma, ma anche di chi lo produce. Concetti ancora più esplicitati da parte delle giovani generazioni, che si mostrano vera avanguardia e trainer delle famiglie per modalità di consumo e di alimentazione", ha commentato Maura Latini, presidente Coop Italia.

"Più in generale i dati che mostrano uno stop alla caduta dei volumi del largo consumo sono senz'altro positivi, ma lo scenario dei consumi rimane ancora debole e caratterizzato da una grande 'volatilità'. Se da una parte il quadro inflattivo sembra assestarsi, dall'altra si dovrà tenere conto del fatto che i prezzi, anche se stabilizzati, sono di fatto del 20% superiori a quelli del 2021 - ha dichiarato Domenico Brisigotti, direttore generale Coop Italia - Stiamo assistendo a una ripresa della spinta promozionale, funzionale a sorreggere i volumi, e allo sviluppo della competizione intra marche e tra i canali".

Per gli italiani una vita al risparmio
Se è vero che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l'ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese. E anche questa faticosa tenuta non è avvenuta senza sacrifici. Innanzitutto, l'overworking è la leva principale con cui gli italiani provano a difendere il loro tenore di vita; infatti, già nel 2023 per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più).

Con il recupero dei redditi anche i consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Non sorprende allora che la parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi sia il risparmio, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione). Sostanzialmente una vita a basso impatto dove l'essenziale diventa centrale, il superfluo viene drasticamente ridotto. Tra i comportamenti emergenti in fatto di abitudini di consumo non stupisce trovare il tema del riparare oggetti piuttosto che sostituirli (il 26% con maggiore frequenza in prospettiva) e il ricorso ai prodotti di seconda mano (nelle prossime intenzioni di acquisto dichiarate dal 24%). In tanta frugalità, sopravvive invece, e anzi si rafforza, la propensione al benessere personale e a un vero e proprio culto del corpo. Da quest'ultimo deriva anche il mantra del "tutti a dieta", siano esse diete ipocaloriche, salutistiche e dello sport praticato oramai a vario titolo da 4 italiani su 10 (quasi 17 milioni di persone).

La dimensione olistica del cibo
Dopo gli anni difficili dell'impennata dei prezzi, che aveva messo in profonda difficoltà gli acquisti degli italiani e la loro stessa identità alimentare, nel 2024 l'inflazione si azzera e i volumi del largo consumo tornano dopo quattro anni in positivo (+0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023). Guardando ai soli canali iper, super e libero servizio nel primo semestre 2024 le vendite a volume sono state superiori a quelle del 2019 del 3,9%. Il cibo rimane, anche nelle previsioni, l'unico comparto in cui tagliare la spesa è un'opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21% del campione dichiara che aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla.

Se un italiano su 3 (34%) privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali ovviamente, con l'iperproteico (7% dei consumatori, +2%) sul 2023, e tutti quegli stili attenti al peso forma; quindi, crescono il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%) senza tralasciare che rimangono pressoché stabili il flexitariano, il reducetariano e il climatariano. Prevalgono dunque a ben vedere gli stili orientati al benessere e alla sostenibilità.

Da sempre, d'altronde il cibo è per noi italiani rispetto alla media europea più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista la propensione attuale, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta di quella europea che si ferma a 31 punti percentuali. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%).

Una riscossa salutistica che non lascia a casa nemmeno il biologico, ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderati degli italiani: sono 24,8 milioni le famiglie già acquirenti con una penetrazione del 96,6% e 9,6 milioni gli italiani che nei prossimi mesi ne aumenteranno l'acquisto. Queste nuove sensibilità trovano una chiara avanguardia anche nell'approccio che le generazioni più giovani hanno nei confronti del cibo dove al pragmatismo nella ricerca del prezzo più basso (il 51% lo considera il fattore su cui basa la sua decisione di acquisto) si affiancano alternative più rispettose dell'ambiente (il 58% sceglie prodotti di stagione, il 39% privilegia freschezza e qualità).

Per maggiori informazioni: italiani.coop/rapporto-coop-2024-anteprima-digitale