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La tempesta Boris interrompe la raccolta nei Paesi dell'Europa centrale

Il settore ortofrutticolo di diversi Paesi dell'Europa centrale è stato colpito dalla tempesta Boris, che ha portato forti piogge da giovedì 12 settembre 2024. Ciò ha provocato alluvioni lampo quasi record in alcune parti di Austria, Romania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Moldavia. Circa 17 persone sono morte e alcune risultano disperse. Migliaia di persone nelle città e località colpite di questi Paesi hanno dovuto essere temporaneamente trasferite a causa dello straripamento di diversi fiumi.

Le autorità di questi Paesi hanno emesso diversi avvisi di allerta e nella capitale della Slovacchia, Bratislava, è stato dichiarato lo stato di emergenza. I meteorologi riferiscono che le forti piogge sono state accompagnate da raffiche di vento di burrasca, che descrivono come raffiche di 114 km/h e fino a 131 km/h durante lo scorso fine settimana.

Austria: operazioni di sgombero dopo la tempesta
Attualmente sono in corso le operazioni di sgombero in molti luoghi, tra cui la Gemüseland di Schneider a Raasdorf, nella Bassa Austria. La direttrice Barbara Kargl riferisce che questa settimana non ci sarà più raccolta. "Al momento non possiamo dire molto sull'esatta entità dei danni. Avevamo quasi finito di raccogliere le cipolle, ma per quanto riguarda il mais dolce e le carote, siamo ancora nel pieno della stagione di raccolta. Sto anche trattenendo il fiato per le colture invernali che dovrebbero essere raccolte a breve".

Soprattutto nelle coltivazioni in campo aperto, gli estremi climatici sembrano peggiorare nel corso degli anni. Ciò solleva la questione se si possa fare di più per prepararsi agli eventi meteorologici estremi. "Naturalmente, la protezione delle colture rimane una storia difficile per gli ortaggi in campo aperto, ma possiamo pensare a capacità di stoccaggio più grandi e al calcolo preventivo di volumi più grandi per lo stoccaggio per evitare carenze. Questo potrebbe essere più difficile per il mercato del fresco, ma certamente nel segmento dei surgelati, in cui siamo anche attivi, questa è una delle opzioni", osserva Kargl.

Romania
La contea più colpita dalle inondazioni, che secondo le autorità hanno raggiunto nuovi livelli record, è quella di Galati, dove sei persone hanno perso la vita. Secondo Ilie Ghilerdea, buyer ortofrutta fresca di Select Fruits con sede a Bucarest, "a Galati si trovano alcune delle maggiori aree di coltivazione di ortaggi a radice in Romania. Vi si coltivano anche cipolle, ma soprattutto carote". Le altre contee colpite dalle inondazioni sono Vaslui e Lasi. I soccorsi sono ancora in corso: case, ponti e molte infrastrutture sono state gravemente danneggiate dalle inondazioni.

Questa immagine di Copernicus Sentinel-3, acquisita l'11 settembre 2024, mostra un fronte freddo che si sta avvicinando alle coste della Francia, del Belgio e dei Paesi Bassi, in procinto di approdare in Europa centrale.

Danni non così gravi in Moldavia
Anche la Moldavia è stata colpita dal ciclone Boris, ma i danni non sono stati così ingenti come nella vicina Romania e in altri Paesi dell'Europa centrale. In particolare il centro e il sud del Paese, dove si coltivano molte uve, hanno dovuto fare i conti con una notevole quantità d'acqua.

Un coltivatore di uva nel sud del Paese, a circa 100 km da Galati, un distretto rumeno dove sei persone sono morte quando il Danubio ha rotto gli argini, dice che domenica nel suo villaggio sono caduti 60 mm. I campi non sono stati allagati, non ci sono stati danni alle infrastrutture e alle piante, ma dell'uva moldava che deve ancora essere raccolta - le altre varietà erano fortunatamente già state raccolte - circa il 30% andrà perduto a causa di spaccature degli acini e il resto non potrà essere conservato a lungo dopo la raccolta. La qualità è ancora buona. Secondo il coltivatore, c'è anche un lato positivo della vicenda: le riserve idriche stanno aumentando, il che sarà vantaggioso per la produzione nel lungo periodo.

Nel centro del Paese, un coltivatore di susine e mele riferisce che la maggior parte delle susine è già in magazzino, ma che anche i danni alle mele ancora appese agli alberi dovrebbero essere limitati. Non è ancora possibile misurare i danni effettivi, perché l'accesso ai campi è attualmente difficile. Negli ultimi due giorni sono caduti circa 40 mm di pioggia. Gli alberi stessi non hanno subito danni, anche perché l'azienda aveva tenuto conto della possibilità di tali condizioni meteorologiche al momento del trapianto. Tra l'altro, i trasporti verso l'Europa occidentale stanno subendo meno disagi di quanto inizialmente previsto. Ai tempi di attesa ai valichi di frontiera si aggiungono alcune ore, ma i ritardi sono gestibili, indica il coltivatore sulla base dei messaggi sui social media.

Slovacchia
A differenza dei Paesi vicini, i danni causati dal maltempo all'agricoltura slovacca sembrano essere stati finora limitati, conferma Peter Turlik, amministratore delegato della cooperativa frutticola Bonum, con sede nella capitale Bratislava. "Fortunatamente, i nostri frutticoltori hanno subito solo danni relativamente lievi. Tuttavia, abbiamo già avuto una stagione molto difficile: le gelate tardive in primavera sono state seguite dal caldo e dai relativi danni nei frutteti e ora ci troviamo di fronte a inondazioni e tempeste. Ci stiamo lentamente, ma inesorabilmente, chiedendo cos'altro ci aspetta", afferma Turlik.

La Polonia meridionale questo fine settimana, dove la Croce Rossa ha parlato di "enormi necessità" dopo l'ennesimo disastro di inondazioni in tutta l'Europa, saldamente legato al cambiamento climatico. (Foto: Croce Rossa polacca)

La Polonia dichiara lo stato di calamità
L'entità dei danni in Polonia ha spinto il Primo Ministro a dichiarare lo stato di calamità. Un coltivatore ed esportatore polacco ha dichiarato: "Purtroppo, la situazione delle inondazioni in Polonia è imprevedibile e cambia di ora in ora. La prossima grande ondata di inondazioni è prevista per mercoledì (oggi, ndt), quindi siamo preoccupati. Fortunatamente l'azienda e i dipendenti sono al sicuro, ma siamo circondati da molte città allagate".


Anche il fiume Moldava a Praga, capitale della Repubblica Ceca, sta straripando. Immagine: Aurora Windfuhr.

L'Ungheria è l'epicentro della tempesta
La capitale ungherese, Budapest, lungo il fiume Danubio, si era preparata per l'ondata d'acqua che si prevede porterà i livelli idrici vicino ai massimi storici. Il meteorologo ungherese Balázs Berceli, del sito web di monitoraggio meteorologico idokep.hu, ha dichiarato: "Il centro del ciclone Boris, che ha causato condizioni meteorologiche estreme in molte parti del nostro Paese, così come nei Paesi vicini, si è spostato sull'Ungheria nella notte tra sabato e domenica. Intorno all'una, per l'esattezza proprio sopra Budapest, si trovava il centro del ciclone Boris".

Le autorità governative di tutti i Paesi colpiti stanno lavorando 24 ore su 24, mentre la reale portata dei danni alle infrastrutture agricole e alle piantagioni si farà sentire ancora per molto tempo dopo questo significativo evento meteorologico.

Data di pubblicazione: