Il settore agrumicolo argentino ha dovuto superare alcune difficoltà nelle ultime settimane della campagna dei mandarini. Secondo Nahuel Lavino, responsabile export di Fama, azienda argentina d'import-export di agrumi, si è riusciti a trarre il meglio da una stagione breve. "Al termine della stagione dei mandarini mancano solo poche settimane. La campagna è stata un po' più breve del solito a causa delle difficoltà climatiche, ma, con un adeguato lavoro di confezionamento, la stiamo prolungando il più possibile".
Secondo Lavino, la stagione delle arance sta andando a gonfie vele. "Abbiamo programmi di lunga durata fino alla fine dell'anno solare, quando l'Egitto e l'emisfero settentrionale inizieranno con volumi più consistenti e prezzi competitivi".
Lavino è anche sollevato dal fatto che i prezzi siano generalmente favorevoli quest'anno, a differenza dell'anno scorso quando non erano adeguati. "In generale i prezzi sono giusti e la domanda è alta per entrambi i tipi di confezioni che facciamo, ovvero cassette da 15 kg e bins in cartone da 550 kg. Inoltre, il mercato accetta tutte le qualità e quasi tutte le dimensioni, il che facilita non poco le operazioni ai coltivatori, in quanto quasi tutta la frutta viene accettata ed esportata".
A livello nazionale, il presidente argentino Javier Milei ha istituito diverse misure di riduzione dei costi. Tra queste, il taglio di una serie di sussidi, come quelli per il carburante, e il contenimento delle spese statali. "Prevediamo che in questa campagna il mercato locale argentino non sarà solido, quindi nelle celle refrigerate non si conserverà molta frutta. Ci si rivolge all'industria per le arance, perché vengono ancora pagate bene. L'Argentina mostra una ripresa, ma intraprendere un percorso così veloce non è facile per la popolazione. I prezzi sono saliti alle stelle, gli stipendi non tengono il passo... uno dei motivi per cui non c'è molta richiesta di agrumi sul mercato locale, è perché "non ci sono soldi" come dice Milei. Purtroppo ci vorrà del tempo, ma almeno c'è un po' di luce in fondo al tunnel, credo", afferma un fiducioso Lavino.
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