Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
A cura di Thijs Geijer, Senior Sector Economist, Food&Agri, ING

Cinque lezioni dalla risposta al cambiamento climatico in Italia, Spagna e Portogallo

Se si considera l'impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione alimentare in Spagna, Italia e Portogallo, è chiaro che vi sono rischi per l'agricoltura e la produzione alimentare, soprattutto quando gli agricoltori non sono in grado di adattarsi. Tuttavia, questi cambiamenti creano anche opportunità per l'innovazione e per le aziende di sfruttare il cambiamento dei modelli di consumo.

"Le aziende agroalimentari sono sempre più sotto pressione per adattarsi alle numerose sfide poste dal cambiamento climatico. L'Agenzia Europea dell'Ambiente ritiene che i rischi del cambiamento climatico per la produzione agricola siano più urgenti e gravi nell'Europa meridionale − sottolinea Thijs Geijer, Senior Sector Economist, Food&Agri, ING − Per identificare le tendenze a lungo termine e i cambiamenti nella produzione e nel consumo, utilizziamo una serie di database sulla produzione di sei importanti colture (grano, uva da vino, olive, pomodori, arance e fragole), sulle aree di produzione, sul commercio, sul consumo delle famiglie e sui modelli meteorologici".

Sono cinque le lezioni chiave che ne sono scaturite. "La prima è che non è tutto negativo quando parliamo di cambiamenti climatici, volatilità dei raccolti e rese agricole. L'approvvigionamento da più regioni o la presenza di impianti di produzione in più aree è un modo per ridurre questi rischi − spiega Geijer − La nostra analisi indica che, su un periodo di 50 anni, le variazioni nelle rese delle colture non hanno mostrato un incremento significativo nella maggior parte dei casi, suggerendo che gli agricoltori sono stati capaci di adattare i loro metodi di produzione. Tuttavia, gli eventi climatici estremi, che possono variare notevolmente tra regioni, come dimostrato dall'alluvione in Emilia Romagna nel 2023 che ha colpito duramente la produzione frutticola, rappresentano un rischio importante per l'approvvigionamento delle aziende focalizzate su specifiche aree. Questi eventi possono anche influenzare i prezzi sul mercato, causando carenze a livello più ampio".

La seconda lezione è che gli agricoltori fanno il possibile per rendere i loro terreni resilienti al clima. Nel sud Europa, le strategie di adattamento al cambiamento climatico includono spesso l'uso dell'irrigazione o, per colture come pomodori e fragole, il trasferimento della produzione in serre. Negli ultimi vent'anni, in Spagna, si è registrato un aumento dell'area irrigata per molte colture. Tuttavia, secondo Geijer, sebbene l'irrigazione migliorata possa aiutare gli agricoltori in certe zone, questa soluzione non affronta efficacemente i problemi di lungo termine relativi alla carenza d'acqua. Questo perché le tecnologie che rendono l'uso dell'acqua più efficiente tendono a ridurre i costi, incoraggiando un'espansione dell'irrigazione piuttosto che una riduzione del consumo totale di acqua.

Il caldo e la siccità spingono alcune produzioni verso aree più adatte: questa è la terza lezione chiave. "Se da un lato spostare le coltivazioni in luoghi più favorevoli ha un senso a livello aziendale, dall'altro può anche trasferire problemi come la scarsità d'acqua invece di affrontarne le cause alla radice, soprattutto se si considera che il cambiamento climatico è un processo in corso".

Quarta lezione: le importazioni agiscono da riserva quando il clima estremo colpisce l'offerta nazionale. Geijer evidenzia che una strategia diffusa tra i produttori agricoli per colmare la differenza tra l'offerta attesa e quella reale consiste nell'importazione di prodotti. Tuttavia, l'incremento delle importazioni può portare a sfide operative, dato che le referenze importate devono aderire agli standard europei e spesso soddisfare requisiti specifici come dimensione, colore o sapore. Inoltre, esiste la difficoltà di trasferire ai consumatori i costi aggiuntivi derivanti, influenzando i prezzi di vendita.

Infine, quinta lezione chiave, bisogna tener presente che l'aumento delle temperature modifica i modelli di consumo. "L'effetto del cambiamento climatico sui modelli di consumo è più pronunciato per i prodotti 'stagionali', come le zuppe e i gelati. L'aumento delle temperature continuerà a influenzare i modelli di consumo di alcuni prodotti. Alcuni produttori e distributori cercheranno alternative per evitare perdite di fatturato. Oltre ai modelli di previsione della domanda, i produttori e i distributori hanno bisogno di un certo livello di flessibilità per essere in grado di soddisfare una domanda aggiuntiva con breve preavviso", conclude Geijer.