Nel 2023, il mercato dell'ortofrutta biologica in Italia ha vissuto una fase di contrazione significativa. I consumi sono diminuiti dell'8% rispetto all'anno precedente, con una riduzione di oltre 40 mila tonnellate di prodotto acquistato nell'ambito fresco e domestico. Questo calo è parte di una tendenza negativa che perdura da alcuni anni, dovuta a fattori complessi che coinvolgono dinamiche economiche, cambiamenti climatici e nuovi comportamenti di consumo.
Uno degli aspetti più rilevanti del 2023, stando ai dati del Consumer Panel Services GfK, è stato l'aumento del prezzo medio dei prodotti ortofrutticoli biologici, che ha raggiunto i 2,30 euro/kg, segnando un incremento del 9% rispetto all'anno precedente e del 24% rispetto a cinque anni fa. Questo aumento dei prezzi non ha compensato la diminuzione dei volumi acquistati, che si sono fermati a circa 500 mila tonnellate.
Nonostante l'aumento del valore complessivo del comparto (+0,4%), la spesa totale per l'ortofrutta biologica è risultata inferiore del 3% rispetto ai livelli di cinque anni fa. Questo dimostra come l'incremento dei prezzi non sia stato sufficiente a bilanciare il calo delle quantità acquistate per mantenere la spesa ai livelli del passato.
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Nel 2023, molte delle principali specie frutticole e orticole biologici hanno visto una riduzione nei volumi di vendita. Tra i frutti, le albicocche hanno subito un calo del 32%, mentre le ciliegie hanno registrato un impressionante -51%. Anche agrumi come le arance (-16%) e le clementine (-10%) hanno subito forti riduzioni nei volumi acquistati, così come l'uva (-9%).
Tuttavia, non tutti i prodotti hanno sofferto allo stesso modo. Alcune specie frutticole hanno mostrato una crescita positiva: le banane hanno visto un aumento del 5%, mentre le mele hanno registrato un aumento del 0%, troviamo anche le pesche con il +5% e le nettarine al +7%. Questo dimostra che nonostante la tendenza generale al ribasso, esistono prodotti che continuano a incontrare la preferenza dei consumatori.
Per quanto riguarda gli ortaggi, la situazione è altrettanto complessa. Molte delle principali verdure hanno subito un calo nelle vendite: le patate hanno visto una riduzione del 6%, i pomodori dell'8% e le insalate del 13%. Nonostante ciò, alcuni ortaggi hanno registrato un aumento dei volumi, come le zucchine (+7%) e i cetrioli (+5%).
La distribuzione degli acquisti di ortofrutta biologica avviene principalmente attraverso la grande distribuzione organizzata (GDO), che detiene il 56% dei volumi complessivi. Il discount, in particolare, ha visto una crescita del 13% rispetto all'anno precedente, dimostrando come le famiglie stiano cercando sempre più opzioni a prezzi accessibili per i prodotti bio, aumento di acquisto sospinto grazie anche all'aumentata referenziazione di ortofrutta bio nei punti vendita.
I supermercati continuano a dominare il mercato con il 36% delle vendite, anche se hanno subito una contrazione del 5%. I mercati ambulanti e i fruttivendoli specializzati, che rappresentano rispettivamente il 12% e il 17% degli acquisti totali, hanno registrato perdite significative, con una riduzione del 20% per i mercati ambulanti e del 2% per i fruttivendoli.
Tornano ancora una volta i discount sotto i riflettori: come accennato in precedenza sono proprio questi punti vendita quelli dove le famiglie italiane hanno acquistato frutta e verdura biologica a prezzi più contenuti con l'importo medio di 2,18 euro/kg, specificando però che, così come per tutti gli altri punti vendita gli importi sono superiori non solo comunque al 2022, ma anche alle annate precedenti.
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L'analisi geografica mostra che il Nord Ovest detiene la maggior quota di mercato per quanto riguarda l'ortofrutta biologica con il 32% dei volumi nazionali. Tuttavia, anche questa area ha visto una diminuzione del 9% rispetto all'anno precedente, seguita dal Sud e dalla Sicilia, che rappresentano il 28% delle vendite, con una riduzione del 3%. Al Centro e in Sardegna, la quota di mercato è del 21%, ma anche qui si è registrata una contrazione del 10%. La zona più colpita è stata il Nord Est, con una riduzione del 10%, rappresentando il 20% dei volumi totali.
Il calo dei consumi di ortofrutta biologica può essere ricondotto a una combinazione di fattori che si sono sovrapposti nel corso degli ultimi anni. Da un lato, la riduzione dell'offerta di alcuni prodotti ha limitato la disponibilità sul mercato, spesso a causa di problemi climatici e produttivi. Dall'altro, l'aumento dei prezzi potrebbe aver scoraggiato molte famiglie, spingendole a ridurre gli acquisti o a orientarsi verso prodotti meno costosi o convenzionali.
Anche i cambiamenti nelle abitudini alimentari hanno giocato un ruolo cruciale. In particolare, tra le fasce più giovani della popolazione, si osserva un crescente interesse per le diete che prediligono alimenti proteici e cibi trasformati. Questa tendenza si riflette anche in un calo significativo degli acquisti di prodotti biologici da parte delle famiglie con bambini, che storicamente rappresentavano una fascia di consumo importante. Nel 2023, la quota di acquisti da parte di famiglie con minori di 15 anni è scesa al 18%, registrando il valore più basso degli ultimi anni.
Per il 2024 la situazione, almeno per quello che riguarda i primi sei mesi dell'anno, assume dei contorni positivi: con circa 51 mila tonnellate acquistate i volumi di ortofrutta biologica risalgono rispetto all'annata precedente del 4%, mantenendosi però ben al di sotto del potenziale rilevato nel recente passato. Osserveremo con attenzione la seconda parte dell'anno per avere conferma o meno prima di confermare l'inversione di rotta, soprattutto dopo un 2023 critico per il mercato dell'ortofrutta biologica in Italia.
Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT