Al convegno "Innovazione e servizi per la frutticoltura" tenutosi nei giorni scorsi presso la Camera di Commercio di Forlì, il CREA ha aperto le porte all'esterno presentando le proprie attività di ricerca e di servizio rivolgendosi a un mondo agricolo che sta cambiando, a fronte di un repentino cambiamento climatico, messa al bando di principi attivi per la difesa alle avversità e nuove esigenze di mercato.
I ricercatori della Sede di Forlì del CREA-OFA - in presenza del Direttore del Centro dr. Enzo Perri e del Dirigente del Servizio Trasferimento del CREA, dr. Corrado Lamoglie - hanno presentato le novità dell'attività di breeding per alcune specie frutticole storicamente trattate presso l'Istituto, le cui origini romagnole risalgono a più di 150 anni fa.
Pesca a polpa stony hard
Le pesche "stony hard" rappresentano sicuramente una grande innovazione nell'ambito dell'attuale panorama varietale – ha riferito la dr.ssa Daniela Giovannini - per l'ottima tenuta del frutto sull'albero, che consente maggiore flessibilità nelle tempistiche di raccolta e la possibilità di cogliere il prodotto a piena maturazione e quindi con caratteristiche gustative ottimali. Siamo prossimi alla diffusione commerciale delle selezioni evidenziate come più promettenti. Un'altra innovazione sui cui stiamo lavorando è la polpa intensamente colorata di rosso in pesche e nettarine a gusto dolce.
Isired
Sul fronte ciliegio, il CREA ha diffuso recentemente due nuove varietà (Isired e Giored) che combinano precocità, elevata pezzatura, buona consistenza e ottime caratteristiche qualitative del frutto, obiettivi perseguiti nel programma avviato un paio di decenni fa.
"Attualmente è in fase di valutazione finale anche una terza selezione a maturazione intermedia, con caratteristiche simili alle due varietà già diffuse", aggiunge Daniela Giovannini.
Pera a polpa rossa
Per il pero, lo storico programma condotto a Forlì e da cui deriva la pera Carmen si è recentemente concentrato su alcuni caratteri specifici, tra i quali la resistenza alla maculatura bruna che sta destando sempre maggiore preoccupazione tra i pericoltori della Valle Padana.
"Su questo aspetto abbiamo già nuovi materiali genetici tolleranti alla fitopatia – riferisce Giuseppina Caracciolo – per i quali sono in corso la fase di sperimentazione in alcuni campi presso i produttori. Sicuramente la colorazione rossa dell'epidermide è una peculiarità su cui il Progetto si è molto concentrato, nel recente passato, e la pera Falstaff, diffusa una decina di anni fa, rappresenta il risultato più interessante. Fortemente innovativi appaiono anche alcuni ibridi derivanti dall'incrocio tra pero asiatico e pero europeo, su cui si stanno valutando i riscontri finali. Avere pere a polpa rossa è possibile e alcune selezioni ottenute da incroci realizzati con la "pera cocomerina" appaiono di grande interesse", conclude Giuseppina Caracciolo.
Crea 105
La melicoltura della pianura emiliano-romagnola rappresenta una importante realtà e il CREA ha in corso un programma di ricerca per questi areali fin dagli anni '70. Resistenza alle malattie (ticchiolatura e oidio), stabilità produttiva negli anni, ottime caratteristiche qualitative dei frutti sono gli obiettivi perseguiti dal programma. Mauro Bergamaschi ha presentato la nuova mela CREA 105 a maturazione tardiva: posticipa la raccolta di Fuji di circa 10 giorni; è caratterizzata da rapida, elevata e costante produttività della pianta e buona qualità e prolungata capacità di conservazione del frutto.
Medì
"Lo storico programma di miglioramento genetico della fragola è stato avviato in Romagna alla fine degli anni '60. Successivamente, le azioni di breeding si sono estese su tutto il territorio nazionale. Il principale obiettivo attuale è sicuramente l'ottenimento di nuove varietà molto rustiche e in grado di essere coltivate senza l'uso di fumigazioni chimiche del suolo prima dell'impianto", ha riferito Gianluca Baruzzi, responsabile del Progetto e della Sede del CREA-OFA di Forlì.
Attualmente da Forlì sono coordinate le azioni di miglioramento genetico sulla fragola condotte in 5 areali (Alto Adige, veronese, Romagna, metapontino e zona di Lamezia Terme). Ligea e Medì, recenti varietà a basso fabbisogno in freddo, stanno performando bene negli ambienti meridionali e sono in corso sperimentazioni allargate in altri Paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo. Elodì, nuova varietà adatta al Nord, si distingue per lo spiccato aroma del frutto, unito a ottima tenuta sulla pianta e prolungata shelf-life.
Come spiega Giulia Faedi, il CREA, in quanto Ente pubblico, mette a disposizione il materiale genetico ottenuto nell'ambito delle suddette attività per sperimentazioni e licenze di moltiplicazione attraverso apposite procedure a evidenza pubblica, consultabili sul sito istituzionale.
Gianluca Baruzzi
Si è parlato anche delle nuove metodologie biomolecolari che affiancheranno sempre più quelle tradizionali nella ricerca sull'innovazione varietale, attraverso l'utilizzo di marcatori nella selezione assistita (MAS). Marco Pietrella ha riferito anche su importanti servizi forniti dal CREA, come quello relativo proprio all'identificazione varietale attraverso marcatori molecolari.
Il CREA è un Centro riconosciuto dal Ministero per la "conservazione" e la "pre-moltiplicazione" delle piante di fragola nell'ambito del processo della Certificazione europea sistema QVI. Paolo Sbrighi ha riferito che attualmente due aziende private si avvalgono di questo sevizio, che il CREA svolge dall'inizio degli anni '90.
La digitalizzazione e l'agricoltura di precisione sono argomenti di ricerca approdati a Forlì già da qualche anno. Lo riferisce Alberto Assirelli nel corso del suo intervento, da cui emergono importanti studi in corso presso il campo condotto in regime biologico presso l'azienda sperimentale del CREA situata a Magliano di Forlì.
Numerosi sono stati i partner intervenuti, alcuni coinvolti direttamente nelle attività di ricerca condotte del CREA, e co-finanziatori delle attività di breeding in corso.