Non si fermano i furti o i tentativi di furto di uva da tavola in Puglia (ma non solo), sebbene la stagione stia volgendo al termine. Una problematica che ha sempre interessato molti territori, ma quest'anno i fenomeni risultano notevolmente aumentati.
"Stiamo soffrendo parecchio - commenta un imprenditore del sud-est barese - Facciamo già i conti con rese quasi dimezzate, ulteriori mancanze in campo sicuramente non ci aiutano. Episodi che si sono moltiplicati negli ultimi mesi, complici i prezzi elevati. Infatti, non si sono mai raggiunte quotazioni così alte, sulle piante; per alcune varietà si parla anche di 2,00-2,50 €/kg. C'è grande movimento tra la sera e la notte, con auto o altri mezzi più capienti che ispezionano le aziende e poi passano all'opera: i saccheggi nei vigneti avvengono di solito all'imbrunire oppure in piena notte. La situazione è talmente grave che anche i commercianti, i quali hanno già acquistato le partite dagli agricoltori locali, assoldano a loro spese dei guardiani per controllare i vigneti, mentre la vigilanza campestre continua a impegnarsi per contenere il problema. Ci sono casi in cui gli agricoltori si ritrovano 50 ceppi tagliati il giorno successivo, altri addirittura fino a 500 ceppi, con una perdita dalle 2 alle 5 tonnellate di prodotto".
L'imprenditore spiega che i furti interessano tutte le tipologie di uve, sia quelle tradizionali sia seedless, nonostante le più ambite siano proprio queste ultime, specie l'Autumn Crisp. Molte aziende preferiscono non denunciare tali razzie alle forze dell'ordine. "Di notte andiamo in campo e ci dotiamo di torce per controllare le coltivazioni, con sveglia al cellulare impostata ogni ora. Si perlustra la zona in auto e in alcuni casi a piedi, augurandoci di non ritrovarci di fronte a situazioni spiacevoli. La mattina, invece, con le prime luci dell'alba, si riprendono le forbici e si ci si mette a lavorare, stavolta però l'uva si taglia per consegnarla ai mercati, ritornando a essere imprenditori agricoli e fingendo che tutto vada bene".