Situazione delicata ma ricca di opportunità per i pompelmi nell'ultimo anno. L'opportunità risiede nella sempre maggiore attenzione al benessere che le famiglie italiane pongono anche nel fare la spesa. I driver di acquisto riferiti alla sostenibilità non guardano più solo al pianeta e al suo sfruttamento, oggi sostenibilità significa anche attenzione alla salute personale fisica e mentale.
Questo ce lo dice anche lo studio internazionale WCWD (Who Cares Who Does 2024) che misura nel 31,2% la popolazione mondiale "health actives", cioè quegli acquirenti che adottano numerose pratiche dietetiche e di stile di vita sempre e spesso per mantenersi in salute. Questo gruppo è più propenso ad acquistare vitamine e cibi più sani, come verdure fresche e surgelate e cibi meno zuccherati e che acquista beni di largo consumo per oltre 37 miliari di dollari nell'ultimo anno.
In questo quadro che si potrebbe ritenere positivo per i pompelmi, secondo quanto rilevato dall'osservatorio permanente di Consumer Panel Services GfK | YouGov con un campione di 15.000 panelisti già dal 2022, la percentuale di famiglie che hanno acquistato pompelmi negli ultimi 12 mesi, terminanti ad agosto 2024 scende vicino al 11%. Una percentuale di acquirenti molto contenuta, soprattutto se si pensa che solo due anni fa era intorno al 17%.
Il pompelmo che ha riconosciute doti supporto del sistema immunitario, portatore di quantità interessanti di vitamina C e antiossidanti, combatte l'infiammazione e protegge la salute cardiovascolare, forse anche uno dei primi frutti a marchio e protagonista in passato di diete dimagranti, avrebbe tutte le carte in regola per essere frutto preferito da moltissime famiglie. Certo negli ultimi anni si è trovato a fronteggiare l'ingresso nel carrello della spesa di frutti nuovi, di dimensioni più piccole, dai gusti più amabili e quindi più facili da proporre alle nuove generazioni che già non amano la frutta fresca.
Anche gli altri indicatori come frequenza e quantità di prodotto acquistato non hanno trend che possano supportare il calo delle famiglie acquirenti.
I canali di acquisto rilevanti si concentrano in supermercati e discount, gli altri hanno penetrazioni che non raggiungono il 2%.
A cura di:
Daniela Mastropasqua - Business Development Manager
Tommaso Bonandrini - Analyst
Consumer Panel Services GfK | Italy
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