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"Il passato non ha insegnato nulla"

Alluvione nel territorio calabrese di Lamezia Terme e dell'hinterland: disagi e danni per le aziende agricole

Lunedì 21 ottobre 2024, la Calabria si è risvegliata dopo una forte alluvione. Le operazioni di soccorso alla popolazione continuano senza sosta, a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Dal pomeriggio di lunedì, squadre dei vigili del fuoco sono impegnate nella Regione per far fronte ai danni causati dalle piogge: effettuati 40 interventi di soccorso tra le province di Reggio Calabria e di Catanzaro. Criticità a Locri e Bianco nel reggino, e nel catanzarese a Lamezia Terme, Maida e San Pietro a Maida. Le piogge torrenziali, secondo le rilevazioni dell'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpacal), hanno raggiunto oltre 390 millimetri,

Ingenti i danni all'agricoltura, con centinaia di ettari sott'acqua. A essere stati colpiti: oliveti, agrumeti, serre, vivai, vigneti e mezzi di produzione.


Immagini effettuate durante sorvolo su Lamezia Terme da Drago VF71 del Reparto volo di Salerno

Secondo quanto riferito da Coldiretti Calabria, "gli eventi calamitosi hanno inferto un duro colpo al comparto agricolo lametino e hanno compromesso in modo irreparabile le campagne di raccolta, con conseguenti perdite di prodotto. Nella zona di Lamezia, si riscontrano danni agli oliveti e agrumeti, con i campi invasi letteralmente dall'acqua, il livello è salito sino alla chioma degli agrumi. Questo limita la raccolta laddove era iniziata e altera notevolmente la qualità del prodotto, aumentando le perdite".

(Foto: Coldiretti Calabria)

Nel settore serricolo si registrano danni alle strutture e alle coltivazioni ortive, con perdite anche del 100% nelle zone di maggiore ristagno acquoso. "Ad aggravare la situazione anche gli smottamenti che si sono registrati nelle zone poco al di sopra della piana lametina e che hanno colpito, in particolare, i vicini comuni di Pianopoli, Maida, e Nocera Terinese, San Pietro a Maida, Curinga. In queste zone è molto praticato il terrazzamento delle coltivazioni, tra cui vigneti e oliveti. Lo straripamento del fiume Amato nel comune di Maida ha isolato diverse aziende agricole che, nonostante l'incessante pioggia, hanno affiancato con i mezzi propri i soccorsi della Protezione Civile, del Consorzio di Bonifica e altri enti preposti nelle operazioni di ripristino della viabilità", si legge nella nota di Coldiretti Calabria.


(Foto: Vivai Milone)

"Tra la notte del 20 e 21 ottobre, la pioggia caduta non ha trovato sfogo, ostacolata da corsi d'acqua non puliti, e si è riversata ancora una volta in pianura, dove ha distrutto strade, case e aziende agricole. Quelle stesse imprese che nel 2018 avevano subito ingenti danni per effetto di un'alluvione di medesima portata, verificatasi probabilmente per le stesse ragioni e le stesse incurie di oggi". Così riferisce Maria Grazia Milone, imprenditrice colpita dall'alluvione nonché presidente Cia Calabria Centro. "Ogni volta si dice che l'ammontare dei danni è superiore a quanto si sarebbe dovuto stanziare per la prevenzione, ma puntualmente non si fa niente di concreto per prevenire".


(Foto: Vivai Milone)

"Il passato non ha insegnato nulla: tutto questo si doveva evitare. È mancata un'azione pianificata, costante e funzionale sull'assetto idrogeologico che già nel 2018 si era rivelato debole, negli stessi punti critici; azione che oggi avrebbe dovuto essere ancora più consapevole alla luce dei cambiamenti climatici". I Vivai Milone sono stati duramente danneggiati, come mostrano le foto sopra e sotto.


(Foto: Vivai Milone)

"L'agricoltura oggi si trova di fronte a sfide che l'Europa lancia, e per vincerle è necessario investire in innovazione. Ma come è possibile costruire un futuro, se ancora dobbiamo riparare il passato e nessuno tutela il nostro presente?", si chiede Milone.


(Foto: Vivai Milone)

"Ho già parlato con il presidente regionale Nicodemo Podella, e come Cia Calabria chiederemo un incontro al presidente Occhiuto e all'assessore Gallo, perché non solo ci sia vicinanza alle aziende colpite, ristoro dei danni (anche se stiamo aspettando ancora quelli dell'alluvione del 2018, quindi la speranza è veramente bassa), ma soprattutto perché si programmi una seria manutenzione del territorio, una pulizia costante di fiumi, torrenti e canali", conclude Milone.