Già da alcune settimane, negli areali agrumicoli italiani, in particolare quelli della Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia è corsa alle partite di arance. Grossisti, commercianti e altri intermediari, provenienti da diversi territori, vanno alla disperata ricerca di frutti di qualità e con buon aspetto estetico, al fine di poter affrontare al meglio la nuova campagna, che si prospetta comunque vivace.
Viraggio
Da quanto spiegano alcuni operatori e agricoltori della fascia ionica, a oggi la metà delle coltivazioni risulta già impegnata. Il forte interesse per le diverse varietà di arance bionde deriva soprattutto dal calo delle rese, con una flessione stimata intorno al 50-60%, a causa dell'andamento climatico anomalo già a partire dalla scorsa primavera. Il caldo eccessivo e prolungato e la completa assenza di piogge dei mesi precedenti hanno compromesso l'allegagione, fatto crescere la percentuale di cascola, oltre che aumentato la presenza di parassiti, come la mosca della frutta.
Si sta acquistando sulla pianta a 0,50-55 €/kg, con punte anche di 0,65 €/kg, sempre se i volumi risultano uniformi. Rispetto alle scorse annate, le quotazioni in campo sono aumentate fino a +0,15 €/kg (nel 2023 la media è stata invece di 0,45 €/kg). Il viraggio dei frutti è al 45-50%. Malgrado ci siano molte partite non del tutto di alta qualità e con calibri più contenuti, la maggior parte dei frutti si mostra comunque di buon aspetto, con buccia sottile e buona succosità. Il calibro medio quest'anno varia da 80 a 92 mm, con punte di 98 mm.
Gli operatori commentano poi come la situazione commerciale in campagna pare essersi capovolta. In passato, infatti, si pagavano le arance quasi la metà rispetto alle clementine. I costi di raccolta incidono in misura minore sulle arance: se per le clementine gravano fino a 0,20 €/kg, per le arance non si superano i 0,10 €/kg.