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Intervista a Gianni Raniolo

Uva da tavola: le rese basse sono state un problema?

"I distinguo accompagnano tutti i bilanci di fine anno, ma quest'anno possiamo dire di aver concluso una campagna soddisfacente". A dirlo è stato Gianni Raniolo, presidente del Consorzio dell'Uva da Tavola di Mazzarrone IGP che, al ritorno dall'evento fieristico settoriale LUV, tenutosi a Bari nei giorni scorsi, ha commentato positivamente un'annata agraria che sembra aver avuto un unico difetto: le rese. Forse!

Gianni Raniolo a LUV Fiera

Le cose, infatti, forse non stanno proprio così, perché a voler parlare dei problemi che i produttori hanno dovuto fronteggiare, l'elenco è breve ma intenso, a cominciare dalla mancanza di acqua irrigua che ha inficiato i volumi, ma che questo sia stato un male assoluto è da vedere, come ha spiegato lo stesso Raniolo: "La siccità di quest'anno ci ha messi a dura prova e ha determinato ancora una volta, proprio come è avvenuto lo scorso anno, una selezione naturale della fruttificazione, che è stata di buona qualità solo nei vigneti migliori".

La siccità ha causato qualche fisiopatia nell'uva Italia

"In pratica, il mercato ha premiato solo chi è stato in grado di conferire merce di buona qualità - ha proseguito il presidente - lasciando indietro quanti, non strutturati, per vetustà delle piante o dell'impianto nella sua complessità, non sono riusciti a irrigare nel nostro areale di riferimento. Nell'uva Italia, purtroppo il caldo prolungato e intenso ha determinato anche un eccesso di concentrazione di zuccheri nell'acino, che è sfociato in una fisiopatia denominata gergo ruggine, deprezzando molta merce. L'intoppo, in questo caso, è più che altro un fatto estetico, visto che in GDO, a torto, non viene apprezzato. Pur essendo le uve molto buone da mangiare, perché dolcissime e con un retrogusto di moscato davvero intenso, nelle valutazioni organolettiche, secondo taluni operatori, è l'aspetto visivo a prevalere su tutto. Con l'uva Italia abbiamo avuto, complessivamente, un calo nelle rese del 35-40%, mentre con le altre varietà, sebbene anch'esse in calo, le percentuali sono state molto più accettabili".

"I mercati esteri hanno reagito bene alle forniture delle nostre migliori partite – ha rivelato l'esperto – e ciò deve servirci da insegnamento. Dovremmo avere noi produttori il coraggio di estirpare i vigneti vecchi e reimpiantarli nelle giuste proporzioni sia con nuove selezioni, ma anche con la varietà Italia, che resta caposaldo delle nostre imprese agricole. Frattanto continua l'interesse dei mercati anche nazionali per le uve senza semi (vedi nella foto qui sopra la varietà Autumn Crisp®), bio e biodinamiche, che sono sempre più ricercate anche dai consumatori meno giovani, in controtendenza rispetto a quanto avevamo registrato negli anni passati. Da settembre in poi, possiamo concludere, abbiamo avuto un aumento dei prezzi del 30% a causa della mancanza di prodotto in campagna. Frattanto stiamo lavorando sulla conversione dei vigneti seedless per allungare la stagione delle tardive, visto che finora abbiamo puntato sulle varietà precoci".

Per maggiori informazioni:
Giovanni Raniolo
Consorzio di Tutela dell'Uva
da Tavola di Mazzarrone Igp
+39 335 1033575
[email protected]