Gli operatori, specie quelli esteri, sembrano sempre più consapevoli della forte difficoltà che avranno nel reperire uve italiane con e senza semi nel periodo natalizio, tanto da programmare importazioni già da novembre, con scarichi frequenti in Europa.
Uva varietà Allison
"Per il mercato interno, le forniture nelle prossime settimane saranno garantite, ma risulterà molto difficile invece riuscire a trovare sui bancali le nostre uve tradizionali, come la varietà Italia, a partire dai primi di dicembre – spiega Donato Fanelli, noto imprenditore pugliese - La difficoltà di approvvigionarsi di merce è dovuta a una serie di fattori: i massicci espianti che hanno portato a un dimezzamento degli ettari investiti a cultivar con semi; le basse rese registrate quest'anno a causa del clima (per le tradizioni: da 25-30 kg/pianta agli attuali 10-12 kg/pianta); il clima mite, che ha spinto in alto i consumi rispetto ad altri prodotti autunnali".
Un aumento della domanda, a fronte di una drastica riduzione dell'offerta, ha poi fatto schizzare i prezzi di vendita. "Ogni tanto, le regole economiche valgono anche per noi che coltiviamo uva. Le quotazioni attuali superano addirittura i 2 €/kg sulla pianta, per poi giungere sui mercati dai 3,50 €/kg in su", afferma Fanelli.
Uva Italia
La stagione in corso verrà ricordata positivamente dagli operatori, ma non devono mancare i momenti di riflessione. "Godiamoci questo risultato, ma non dimentichiamoci che, fino a due anni fa, si parlava di eccedenze, di problemi di mercato e di bassi prezzi per le uve con semi. Ora occorre gestire questo sorpasso delle cultivar apirene. I problemi strutturali restano, dunque comprendiamo l'importanza della programmazione, per non ritrovarci con le stesse difficoltà nel medio-lungo termine. Ormai sono le uve seedless che dettano il prezzo e fanno il mercato, visto che il 70-80% dei consumatori le preferisce".