Le arvicole rappresentano una problematica sempre più rilevante per l'agricoltura italiana. Questi piccoli roditori, appartenenti alla famiglia dei Cricetidi, causano danni significativi a diverse colture, con un impatto economico non trascurabile per gli agricoltori.
La diffusione delle arvicole e i danni alle colture
Le arvicole si sono adattate perfettamente agli ambienti agricoli, trovando nelle coltivazioni una fonte abbondante di cibo e riparo, specialmente durante i periodi di scarsa disponibilità d'acqua o di siccità prolungata. La loro presenza è particolarmente problematica in colture come il melo, ma non risparmia nemmeno altre produzioni frutticole e orticole, come ad esempio quelle di agrumi, kiwi, piccoli frutti e carciofo, che interessano tutto il territorio nazionale.
I danni causati da questi roditori sono molteplici e spesso devastanti:
■ Danni alle radici: le arvicole scavano complessi sistemi di gallerie sotterranee, danneggiando gravemente gli apparati radicali delle piante. Questo compromette l'assorbimento di acqua e nutrienti, indebolendo le colture. Non solo nel caso di colture erbacee, ma anche nel caso di colture arboree, i danni causati all'apparato radicale possono portare alla morte della pianta, fenomeno molto diffuso nel caso di giovani impianti di melo, kiwi o agrumi, solo per fare qualche esempio.
■ Danni alla corteccia: soprattutto nei giovani impianti, le arvicole attaccano la corteccia degli alberi, creando lesioni che possono portare al deperimento e alla morte delle piante.
■ Perdite di produzione: i roditori si nutrono direttamente dei frutti, sia quelli caduti a terra sia quelli ancora sulle piante, ma anche di altri organi della pianta destinati alla commercializzazione come il capolino nel caso del carciofo o foglie, germogli e infiorescenze nel caso delle Brassicacee e altre orticole, causando perdite dirette di produzione.
■ Destabilizzazione del terreno: l'intricata rete di gallerie altera la struttura del suolo, creando problemi di stabilità per le piante e difficoltà nelle operazioni di coltivazione.
■ Vettori di malattie: le arvicole possono essere portatrici di patogeni pericolosi per l'uomo come la leptospirosi, rappresentando un serio problema di carattere sanitario.
L'entità dei danni può variare notevolmente, ma in casi di forte infestazione, le perdite economiche possono raggiungere livelli critici, mettendo a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole.
La sfida del controllo e la mancanza di soluzioni efficaci
Il controllo delle popolazioni di arvicole rappresenta una sfida significativa per gli agricoltori. La loro natura elusiva e la rapida capacità riproduttiva rendono difficile l'implementazione di strategie di contenimento efficaci. Inoltre, molti dei metodi tradizionali di controllo si sono dimostrati insufficienti o non sostenibili nel lungo periodo.
Ad esempio, le tecniche di controllo meccanico, come l'aratura profonda o l'allagamento dei campi, possono rappresentare un rimedio temporaneo ma non risolvono il problema alla radice. Inoltre, l'uso di repellenti naturali ha mostrato risultati spesso inconsistenti e non duraturi. Le trappole, sebbene utili per il monitoraggio, risultano poco pratiche per il controllo su larga scala, specialmente nel caso di severe infestazioni.
La situazione è ulteriormente complicata dalla progressiva riduzione dei principi attivi autorizzati per il controllo dei roditori e dall'impossibilità di utilizzare tali soluzioni in un contesto agricolo, in linea con le normative europee sempre più stringenti in materia di tutela ambientale e sicurezza alimentare.
Ratron: una soluzione innovativa per il controllo delle arvicole
In questo contesto, emerge l'importanza di soluzioni come Ratron, una linea di prodotti sviluppata specificamente per il controllo delle arvicole in ambito agricolo.
Ratron si distingue per le formulazioni dedicate, l'efficacia mirata, l'applicazione sicura e la resistenza agli agenti atmosferici.
Ratron GW e Ratron GL dispongono di due diversi applicatori, sviluppati specificatamente in base alle caratteristiche delle due formulazioni. Entrambi i dispositivi consentono l'applicazione del prodotto direttamente all'interno della tana, garantendo la protezione dalle piogge e l'eventuale esposizione del prodotto a organismi non bersaglio presenti in superficie. Inoltre, oltre a un'estrema facilità d'uso, i dispositivi garantiscono i massimi standard in quanto a esposizione dell'operatore.
"L'utilizzo di Ratron - spiegano dalla Syngenta - grazie alla sua alta efficacia e facilità d'uso, offre agli agricoltori uno strumento prezioso per controllare le popolazioni di arvicole, garantendo la protezione delle colture e la salvaguardia della produttività agricola In conclusione, di fronte alla crescente minaccia rappresentata dalle arvicole, Ratron si rivela fondamentale per garantire un controllo efficace e sostenibile, permettendo al contempo di proteggere le colture e assicurare la continuità delle produzioni agricole di qualità".
Per maggiori informazioni:
www.syngenta.it