Discrete vendite per i kaki, anche se la campagna può essere definita dai due volti. Spiega Antonio Zani, responsabile commerciale Italia per la OP Granfrutta Zani: "Quest'anno abbiamo ritirato circa 1500 tonnellate di kaki, in aumento rispetto al 2023, quando alcune zone erano state colpite dalle gelate. Fino alla terza settimana di ottobre il prodotto raccolto era ottimale dal punto di vista qualitativo; poi, le piogge incessanti hanno causato una diminuzione della qualità".
Antonio Zani
Le ultime partite hanno quindi subito una selezione più accurata, con maggiori percentuali di scarto. Dal punto di vista dei calibri, fino a metà campagna la media era molto elevata, per poi diminuire leggermente. In generale però si può parlare di un'annata soddisfacente.
"La nostra campagna di commercializzazione andrà avanti ancora per un mese – continua Zani – con la maggior parte delle vendite in Italia. Non manca però un 30% di esportazione, destinato per lo più in Austria e Svizzera".
Antonio Zani precisa: "I calibri maggiori vengono confezionati in 2 o 3 frutti, 4 per quelli di calibro intermedio e anche in cassettine 24x40. Le confezioni da 2 e 3 frutti rientrano sempre nelle linee Premium, un prodotto che si distingue e che rappresenta il biglietto da visita per le catene della Gdo che hanno in assortimento questo articolo".
Rispetto al passato, la gestione della coltura è molto cambiata. "Fino a 10-20 anni fa, i kaki erano considerati facili da coltivare. Pochi trattamenti, talvolta nessuno, poche cure colturali, assenza quasi totale di irrigazione. Oggi non è più così: per ottenere un prodotto di qualità che permetta di fare reddito, occorre essere molto professionali e mettere in preventivo l'impianto di irrigazione, il monitoraggio degli insetti con trappole e l'esecuzione di trattamenti fitosanitari, fino a piani di concimazione accurati", conclude Zani.
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