Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Alba Bio OP

Problemi per le produzioni di pomodoro tra clima, programmazione sbagliata e instabilità del mercato

La produzione di pomodori da mensa è una delle attività agricole più importanti, in Italia, ma negli ultimi anni sta affrontando una serie di sfide che mettono a rischio la sostenibilità del settore. Tra questi problemi, si annoverano l'aumento delle temperature estive, l'errata programmazione, la volatilità dei mercati, il mancato rispetto degli accordi di conferimento e la frammentazione tra i produttori. Ad analizzare questi aspetti è Vittorio Gona dell'OP Alba Bio che comincia dall'emergenza più recente, ovvero il caldo estivo, ritenuto ormai "una minaccia per la qualità e la resa produttiva".

Vittorio Gona

"Il cambiamento climatico fa registrare estati sempre più calde, con temperature che superano frequentemente i limiti ottimali per la crescita del pomodoro – dice Gona – Il fattore termico, unito alla scarsità d'acqua in alcune zone, compromette sia la qualità, sia la quantità del raccolto. Le piante di pomodoro, infatti, sono particolarmente sensibili al caldo eccessivo, perché può causare danni come il "blossom drop" (caduta dei fiori) o la scottatura dei frutti, rendendoli invendibili".

L'errata programmazione, frutto di un sistema che non rispetta i cicli naturali
"Un altro problema che affligge il settore riguarda la scarsa programmazione della produzione – spiega il manager - Il pomodoro è una coltura che richiede una pianificazione accurata, dalla semina alla raccolta, per evitare sovrapproduzioni o, al contrario, carenze. Spesso, infatti, la programmazione risulta inefficace: a volte si piantano quantità eccessive di pomodoro, con il rischio di veder scendere i prezzi per eccesso di offerta, altre volte, invece, la produzione non soddisfa la domanda, con conseguenti carenze e impennate delle quotazioni, come in questo momento. La mancanza di un coordinamento efficace tra i diversi attori della filiera agroalimentare impedisce una gestione ottimale delle risorse".

Mercati instabili, costi di produzione e rischi d'impresa
"Il mercato dei pomodori è altamente volatile, con prezzi che oscillano notevolmente durante la stagione – continua l'esperto - La causa principale di questa instabilità è legata all'andamento climatico, che influisce direttamente sulla produzione, ma anche alla speculazione sui prezzi e alle politiche commerciali incerte. Le oscillazioni delle quotazioni, unite a una domanda che non sempre coincide con l'offerta, generano incertezze per i produttori, che non sanno quale prezzo otterranno per il loro raccolto. Queste fluttuazioni con prezzi che alla produzione, al momento, vanno intorno a 2,50 euro/kg per il ciliegino o cherry; 3,00 (e anche di più) euro/kg per il datterino; 2,00 euro/kg il pomodoro tondo liscio a grappolo. Mentre per altre cultivar abbiamo: 1,20 euro/kg la zucchina e 1,40 per il peperone. Siffatto listino, apparentemente alto, dovrebbe invece essere garantito ai produttori per l'intero arco della stagione, se si pensa alle spese di produzione e agli altissimi rischi d'impresa. Basta una gelata, un'alluvione, un'ondata di caldo per vanificare investimenti e mesi di manodopera, ma chi ne tiene conto nel processo di formazione del prezzo?"

Orticoltura: un settore frammentato. Autogol?
"Un altro grande ostacolo alla crescita del settore è la frammentazione tra i produttori – riferisce Gona - Molti agricoltori operano in maniera indipendente, alla giornata, o per meglio dire si orientano con estrema volubilità al miglior offerente. Vi è una totale assenza di coordinamento che possa garantire una forza contrattuale maggiore nei confronti della GDO. La mancanza di una rete solida tra i produttori limita la possibilità di investire in innovazione, miglioramento delle tecniche agricole e negoziazione di prezzi migliori. Inoltre, la scarsa cooperazione tra le aziende agricole rende difficile affrontare collettivamente le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla variabilità dei mercati".

"Per superare le distonie del comparto produttivo – conclude Vittorio Gona - è necessaria una visione strategica che includa una migliore programmazione delle colture, politiche di stabilizzazione dei mercati, il rispetto degli accordi di conferimento e, soprattutto, una maggiore unione tra i produttori. Solo attraverso una collaborazione più stretta e una gestione più sostenibile delle risorse sarà possibile garantire la competitività e la sopravvivenza del settore, in un contesto sempre più sfidante".

Per maggiori informazioni:
Vittorio Gona
O.P. Coop. Alba Bio
Cda Ferranta, SN
97010 Marina di Ragusa (RG) - Italy
+39 0932 239003
[email protected]
www.gruppoalbabio.it