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Convegno Bayer in Sicilia

La lotta al virus ToBRFV passa dal contenimento della Tuta absoluta?

La lotta al Tomato Brown Rugose Fruit Virus è stata l'occasione per incontrare i produttori orticoli della Sicilia sudorientale, nel corso di un convegno tematico dal titolo "L'impatto di portinnesti e Tuta absoluta su ToBRFV". L'evento, svoltosi a Ragusa lo scorso 14 novembre, ha fornito preziosi strumenti per il contrasto a una delle fitopatie più insidiose registrate dal 2018, anno della scoperta del virus nella zona.

Il tavolo dei relatori

Se dapprima, a proposito di diffusione del ToBRFV, si pensava alla trasmissione da seme, in un secondo tempo l'attenzione si è spostata sull'insufficiente profilassi nella gestione agronomica delle coltivazioni in serre. Si indicava principalmente, come causa della trasmissione del patogeno, l'uso degli strumenti di lavoro (specialmente quelli da taglio), con la propagazione favorita per contatto fisico degli operatori. Solo più recentemente sono stati individuati anche gli insetti, come vettori naturali.


Il pubblico presente

Tra questi, quali responsabili del contagio, si ritiene valida oggi l'ipotesi di includere il lepidottero Tuta absoluta. Illustri relatori hanno portato la loro esperienza come contributo alla conoscenza del copioso pubblico intervenuto, costituito principalmente da produttori di pomodoro da mensa in serra, tecnici professionisti e vivaisti.

I lavori hanno preso il via con la relazione di Walter Davino, docente di Patologia vegetale presso il SAAF dell'Università di Palermo, il quale è stato il primo studioso a riferire circa il rinvenimento del ToBRFV in Sicilia (vedi Freshplaza del 21 gennaio 2019). L'intervento del professore ha messo in evidenza la biologia e l'ecologia del virus in questione, mettendo al centro l'impatto dei portinnesti sulla diffusione del patogeno e la manifestazione dei sintomi su pianta e frutti. Davino ha confermato la correttezza dei sospetti della prima ora sulla trasmissione del virus, ribadendo la necessità di applicare le buone pratiche in serra e, di pari importanza, lungo tutta la filiera, al fine di contenere il problema.

Il patogeno, inoltre, si conserva bene nel suolo, nella fibra di cocco e negli altri substrati da fuori suolo e, al momento, non può essere controllato (come del resto tutti i virus vegetali) in maniera diretta da molecole chimiche. L'adozione di opportune misure profilattiche, consente però di limitare le perdite produttive causate da questi patogeni, come raffigurato nell'immagine sottostante.

Nel contesto del contrasto al ToBRFV oggi è contemplato l'uso del portinnesto, che però incide in misura contenuta.

"La severità dei sintomi sulle foglie è determinata dal livello di resistenza della marza, solo lo 0,6% della variazione dei sintomi è legato al portainnesto utilizzato – ha spiegato schematicamente il Prof. Davino - La severità dei sintomi sui frutti è determinata dal livello di resistenza della marza, solo l'1,4% della variazione dei sintomi è legato al portainnesto utilizzato. La carica virale nelle foglie aumenta nel tempo ed è determinata al livello di resistenza della marza, solo l'1,5% della variazione della carica virale è legato al portainnesto utilizzato".

A seguire, la relazione di Paolo Pesaresi, Portfolio lead per l'Italia di Bayer con grande esperienza nel R&D e sviluppo prodotti, il quale ha posto l'attenzione sulla valutazione della resistenza al ToBRFV in Bayer (vegetable & seeds).

"Il livello di resistenza viene valutato basandosi su una scala da 1 (altamente resistente) a 9 (altamente suscettibile) – ha detto Pesaresi - Il livello di resistenza proposto dipende dai sintomi rilevati su frutti e foglie nelle diverse prove e consolidati tra loro".

Pesaresi ha poi portato una serie di testimonianze sulle attività svolte nelle trial di Bayer, volte a comprendere la scala di infezione del virus.

Pesaresi ha rivelato come "le prime prove per valutare la resistenza al ToBRFV siano avvenute nella nuova infrastruttura Bayer di Wageningen (NL), nel 2023". Il protocollo, messo a punto là, permette una distribuzione uniforme dell'infezione in tutta la serra, a scopi scientifici, e serve a comprendere meglio il contenimento del fenomeno.

A entrare nel tema della Tuta absoluta come vettore emergente del ToBRFV è stata Gabriella Lo Verde (SAAF Università di Palermo), che ha parlato anche dei metodi di contenimento del fitofago.

"Un recente studio ha dimostrato che, in condizioni di laboratorio, la Tuta absoluta è in grado di trasferire il ToBRFV da piante di pomodoro infette da piante sane", ha detto la docente universitaria, aggiungendo anche che "un altro probabile caso di trasmissione del ToBRFV da parte di artropodi riguarderebbe il Bombus terrestris L. (Hymenoptera: Apidae); il virus risulterebbe trasmesso a causa dell'azione meccanica operata durante l'impollinazione".

Tuttavia, da quanto riferito dalla ricercatrice, il controllo di Tuta absoluta nelle coltivazioni di pomodoro si conferma in ogni caso elemento essenziale nella gestione della coltura.

Infine, l'intervento di Ignazio Romeo, responsabile marketing Italia per le colture orticole della divisione Bayer Crop Protection. Il tecnico Bayer ha spiegato come "la riuscita di una qualsiasi strategia, integrata o bio, debba partire dall'abbassamento della popolazione di insetti nocivi attraverso la confusione sessuale".

Nel suo excursus, Romeo ha illustrato una serie di soluzioni, senza mai menzionare prodotti commerciali, vista la natura formativa dell'incontro. L'esperto ha sottolineato "la necessità di emettere un feromone specifico dell'insetto target nell'ambiente a una concentrazione sufficiente per interferire con il riconoscimento e quindi con l'accoppiamento. Altrettanto importante risulta l'elevato numero di punti di diffusione, distribuiti in modo omogeneo nel campo, e la copertura di tutto il periodo dei voli, dal trapianto in poi, anche a basse temperature. La densità di insetti non deve mai essere troppo elevata per evitare incontri casuali tra gli stessi, onde escludere di inficiare l'azione di contenimento".

Ignazio Romeo ha sottolineato più volte che la confusione sessuale non costituisce una tecnica di difesa a sé stante e va sempre integrata con altri trattamenti autorizzati contro l'insetto, al fine di massimizzare l'efficacia e ridurre i rischi anche collegati alla diffusione del virus.