Rispetto agli anni precedenti, la situazione dei kaki in Italia è decisamente interessante e vantaggiosa, per i coltivatori, perché i prezzi di partenza sono quasi raddoppiati. Mentre nelle stagioni passate si faticava a spuntare 0,40-0,50 €/kg, quest'anno le quotazioni sulla pianta risultano essere superiori ai 0,60-0,70 €/kg, incoraggiando i produttori a puntare su un futuro incremento dell'offerta. C'è molta fibrillazione e desiderio, c'è voglia di ottimizzare i processi di lavorazione, di riformare gli impianti e di mettere a dimora nuovi diospireti.
La stagione in corso risulta però anomala, a causa degli eventi climatici distruttivi che hanno colpito la provincia di Valencia, areale fortemente vocato alla diospiricoltura e che detiene il primato per superfici destinate (vedendo l'Andalusia al secondo posto), dove lo scenario risulta tuttora complicato, con ruspe ancora in azione a distanza di giorni dall'episodio meteorologico e cittadini traumatizzati dall'entità dei danni e delle perdite sofferte. (In foto a lato, coltivazione di agrumi allagata a Valencia. Foto scattata il 15 novembre 2024)
La Spagna ha in mano il timone del mercato del kaki in Europa, con i suoi 15-18 mila dedicati a varietà a polpa soda (picchi raggiunti di 22 mila ettari investiti) e quasi 400mila t raccolte, in flessione però negli ultimi anni del 10-15% per una serie di concause già ampiamente discusse, tra le quali la conversione colturale e dunque la sostituzione dei diospireti in agrumeti.
In Italia, invece, le superfici si aggirano intorno ai 2.000 ettari. Piccole flessioni dell'offerta spagnola non fanno altro che avvantaggiare il nostro Paese. Anche importanti aumenti nelle regioni italiane non vanno a squilibrare il mercato, poiché la produzione italiana non riesce a compensare le flessioni degli ettari in Spagna.
Alcuni operatori italiani, appena rientrati dagli areali colpiti, riferiscono di una situazione tuttora difficile. C'è stata una forte riduzione, ma non pare completamente tutto perduto. Le proiezioni iniziali davano danni in campo fino all'80%, con agrumi e kaki tra le coltivazioni più devastate. Si stimano tuttora perdite superiori al 50%. Malgrado la produzione dei kaki sia stata in parte danneggiata, ci sono ancora molti frutti che non si riescono a raccogliere, perché i campi sono sommersi dal fango ed è impossibile accedervi.
Produzione italiana Rojo Brillante
Gli operatori spiegano che i frutti rimasti sulle piante in Spagna non sono danneggiati, specie quelli ubicati a partire da circa un metro dal suolo. Si presentano di colore aranciato attraente e comunque idonei alla commercializzazione. Si stima che entro la prima metà di dicembre verrà immesso sul mercato il prodotto ora pendente nei terreni allagati (solitamente la stagione di raccolta termina non oltre la fine di novembre). Probabilmente, nel prossimo mese non si assisterà a un ulteriore incremento di prezzo; piuttosto rimarrà statico o subirà una lieve flessione, comunque non preoccupante. L'Italia potrebbe trarre un maggiore vantaggio economico a partire da gennaio. I kaki a polpa soda hanno un grande punto di forza: il frutto si mantiene sulla pianta anche fino a gennaio, soprattutto se vengono adottate tecniche ritardanti, capaci di far conservare meglio i frutti all'esterno piuttosto che dentro le celle.