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Analisi di Nomisma per la piattaforma ITA.BIO

Frutta e verdura bio italiane, tra i prodotti con le maggiori prospettive di crescita in Cina

"La Cina è un Paese dalle ottime prospettive per i prodotti biologici, il cui consumo risponde a un'esigenza sempre più diffusa di salute e benessere. È un mercato in forte espansione che si è aperto alla produzione agricola biologica dal 2012". A dichiararlo è stato il direttore ICE Pechino e coordinatore della rete di Uffici ICE in Cina e Mongolia Francesco Pensabene, nel corso dell'evento "Internazionalizzazione del bio made in Italy - Focus Cina", tenutosi ieri 20 novembre 2024. L'evento fa parte del progetto ITA.BIO, la prima piattaforma a supporto dello sviluppo strategico del biologico italiano sui mercati internazionali, promossa da FederBio e ICE a cura di Nomisma, con dati e informazioni utili per l'internazionalizzazione dei prodotti bio italiani.

"Oggi Australia, Nuova Zelanda, Europa e Stati Uniti rappresentano i principali fornitori nel settore ortofrutta e in quello lattiero caseario. Ma la Cina, in particolare quella occidentale, sta diventando un produttore primario di produzioni biologiche di alta qualità. Ciò significa che la produzione e il consumo cinesi di biologico stanno seguendo la crescita economica di un Paese in costante evoluzione".

"Oltre naturalmente ai negozi specializzati, tutti i principali canali di vendita, dai supermercati ai ristoranti, dalle piattaforme online ai mercati agricoli, propongono prodotti biologici soddisfacendo in questo modo le diverse abitudini di acquisto dei sempre più numerosi consumatori – ha continuato Pensabene – Oltre alla qualità dei prodotti bio italiani, promozione, marketing, logistica e distribuzione organizzata sono i modelli di internazionalizzazione sui quali bisogna investire per aumentare le quote di mercato nel settore bio, in Cina. L'Agenzia ICE nel Paese è attivamente impegnata su questo fronte, così come testimoniato dagli importanti accordi di collaborazione siglati con alcune tra le più importanti Gdo locali, le quali rappresentano un'importante vetrina di riferimento per la promozione sia dei prodotti biologici italiani sia del vivere sano".

Indagine Nomisma
"Il mercato del biologico in Cina è in forte espansione, con prospettive di crescita molto promettenti anche per i produttori italiani. Nello specifico, le vendite di prodotti bio sul mercato interno hanno dimensioni significative: 12,4 miliardi di euro nel 2022 (+46% rispetto al 2019), che rappresentano il 9% delle vendite mondiali e che fanno della Cina il terzo mercato al mondo per consumi di prodotti biologici. L'interesse per il bio è però ancora molto concentrato nelle high-tier cities e nell'upper class, tanto che la spesa pro-capite per prodotti biologici non supera i 9 euro a persona (a titolo di paragone, negli Stati Uniti è di 176 euro e in Italia 62 euro) seppure salita del 50% rispetto al 2018".

A dichiararlo è stata Silvia Zucconi, chief operating officer Nomisma, presentando le principali evidenze che emergono dall'indagine realizzata su un campione di responsabili degli acquisti alimentari della famiglia tra i 18 e i 55 anni, appartenenti alla middle-upper class (40-100mila renminbi annui) di Pechino, Shanghai, Guangzhou e Hong Kong. Il profilo tipo del consumatore comprende millennials con figli, caratterizzati da una forte propensione agli acquisti online, un reddito elevato e un alto livello di istruzione. "Negli ultimi 12 mesi, il 65% ha acquistato almeno un prodotto alimentare o una bevanda biologica, un dato stabile rispetto al 2021, quando era pari al 64%. Il biologico è un attributo di interesse per il consumatore cinese, ma diventa un elemento imprescindibile per alcune categorie. Per la frutta e la verdura, la ricerca del biologico è fondamentale (59%). Quote elevate si registrano anche per latte e derivati (47%) e carne e derivati (47%)".

Canali di acquisto del bio
"Quello cinese è un mercato che in qualche modo riflette la strutturazione degli acquisti che si registrano in altri mercati, con una concentrazione di acquisti bio che riguarda soprattutto le catene di supermercati, online e offline. Un altro fattore da prendere in considerazione riguarda la quota di consumatori che acquistano bio online: 48%.

Negli ultimi anni, i consumatori cinesi hanno mostrato un crescente interesse per la salute e il benessere, riconoscendo l'importanza di una buona alimentazione per migliorare la qualità della vita. "La propensione all'acquisto di prodotti biologici è principalmente motivata da una crescente attenzione alla salute. Infatti, il 47% dei consumatori cinesi sceglie i prodotti bio, perché li considera più sicuri per la salute e con proprietà nutrizionali superiori. Inoltre, circa 1 consumatore su 5 li seleziona per la fiducia nella qualità e nelle garanzie offerte, mentre il 17% li apprezza per il loro contributo al rispetto della biodiversità", ha evidenziato Zucconi.

Il made in Italy per il consumatore cinese
"L'Italia si posiziona al terzo posto tra le preferenze dei consumatori cinesi per i prodotti di alta qualità. Quasi 4 cinesi su 10, infatti, hanno acquistato alimenti italiani nell'ultimo anno, spinti dalla ricerca di qualità e tracciabilità. Il 43% dei consumatori considera questi aspetti fondamentali, mentre il 19% apprezza in modo particolare l'origine 100% italiana delle materie prime. Inoltre, un 16% sceglie i prodotti italiani per le loro proprietà salutistiche, confermando così l'attenzione crescente verso un'alimentazione più sana e sicura", ha illustrato Evita Gandini, head of market insight Nomisma.

Un altro elemento importante è la presenza del marchio biologico: per il 22% dei consumatori cinesi è un fattore decisivo. Infatti, negli ultimi 12 mesi, il 20% ha acquistato almeno una volta prodotti alimentari o bevande biologiche made in Italy. L'interesse per il biologico italiano cresce soprattutto tra chi ha visitato l'Italia negli ultimi 5 anni ed è maggiormente diffuso tra i millennials, caratterizzati da un alto livello di istruzione e appartenenti alla fascia più alta della classe sociale.

Tuttavia, i consumatori cinesi esprimono la necessità di maggiori informazioni rispetto alle caratteristiche e alle garanzie offerte dal bio italiano: 8 consumatori su 10, infatti, desidererebbe avere informazioni più dettagliate, in particolare riguardo alla tracciabilità, ai controlli sul prodotto biologico e agli aspetti legati alla sostenibilità.



"Il 57% dei consumatori dichiara l'intenzione di aumentare il consumo di prodotti biologici nei prossimi due o tre anni. Anche per i prodotti made in Italy le opportunità sono notevoli: circa 1 consumatore su 2 prevede di incrementare l'acquisto di cibo e bevande italiane, attratto dalla loro qualità e autenticità. Inoltre, il 92% si dichiara soddisfatto dell'attuale qualità del Food&Wine made in Italy e l'86% apprezza la varietà di opzioni biologiche e sostenibili nell'offerta a scaffale in Cina", ha sottolineato Gandini.

Tra le leve da attivare per accrescere il consumo dei prodotti biologici italiani ci sono: una maggiore accessibilità dal punto di vista del prezzo e l'ampliamento dell'assortimento nei punti vendita abituali. A questo riguardo, il 21% dei consumatori sarebbe più propenso a scegliere prodotti Bio se avesse la possibilità di fare assaggi direttamente in negozio, mentre il 13% apprezzerebbe degustazioni nei ristoranti.

L'indagine di Nomisma evidenzia anche che il 28% dei consumatori cinesi sarebbe pronto ad acquistare un nuovo prodotto bio made in Italy se lo trovasse a marchio di un produttore noto o preferito, mentre il 15% sarebbe motivato da sconti o promozioni.

Ma quali sono i prodotti con le maggiori prospettive di crescita per il biologico Made in Italy?
Vino, pasta, frutta e verdura, oltre a latte e derivati, sono le categorie in cui i consumatori cinesi cercano la presenza del marchio biologico, e su cui l'origine italiana rappresenta un valore aggiunto.

"La Cina rappresenta il terzo mercato mondiale per i prodotti biologici, dove le produzioni agroalimentari bio Made in Italy sono particolarmente apprezzate, aprendo a significative opportunità di crescita", ha dichiarato Aldo Cervi, coordinatore sezione soci operatori dei servizi FederBio

"L'accesso al mercato cinese è vincolato, però, all'ottenimento della certificazione biologica sulla base della legislazione nazionale cinese, rilasciata esclusivamente da enti di certificazione locali. Per supportare le società italiane nel posizionamento in questo mercato in grande espansione, FederBio Servizi in collaborazione con ITA Agenzia, Nomisma, Bologna Fiere, Qualitas Studio e l'Agenzia di Certificazione Cinese COFCC ha attivato il progetto Go China, strutturato per supportare le società interessate non solo nella fase di certificazione ma anche in quella di promozione e commercializzazione dei prodotti biologici italiani in Cina".

Per maggiori informazioni:
ITA.BIO
ita.bio