In Turchia, l'International Nut and Dried Fruit Council (INC) ha confermato una produzione 2024/25 pari a 785mila tonnellate: +21% rispetto alla campagna 2023/24. Il dato risulta significativamente superiore a quello condiviso a ottobre dall'Ufficio Statistico turco (Turkstat) di 715mila tonnellate (+11% rispetto alla stagione 2023/24) e a settembre dal dipartimento dell'agricoltura americana (USDA) di 675mila tonnellate (+13% vs 2023/24). Da segnalare come, anche nella visione più ottimistica, si tratterebbe di una campagna di "carica", al di sotto del potenziale del Paese (circa 814mila tonnellate è la media delle precedenti tre campagne di "carica"). Ad asserirlo nei suoi highlight settimanali è Areté, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica, specializzata nei settori agricoltura, food e mercati connessi.
Dopo una fase di discesa intrapresa dal secondo trimestre 2024, da fine settembre il prezzo all'export della Natural 11/13 ha registrato un aumento del 9%, tornando ai livelli di giugno 2024.
Secondo le analisi di Areté, il mercato riceve supporto da incertezza qualitativa sul raccolto 2024/25 e dinamiche di acquisto. Infatti, sebbene il nuovo raccolto sia stato quantitativamente superiore rispetto a quello della scorsa campagna (+10/20%), la qualità risulta inferiore a causa dei danni da cimice e la disponibilità di calibri medio-grande limitata. A fornire ulteriore supporto al mercato turco è il buon ritmo della domanda, testimoniato da esportazioni turche da inizio campagna (settembre-ottobre 2024) in aumento del 19% rispetto allo stesso periodo 2023.
Italia
Anche in Italia la produzione 2024/25 si è rivelata inferiore alle aspettative iniziali. INC ha recentemente rivisto a ribasso la produzione da 139mila a 95.000 tonnellate, +9% rispetto alla scorsa campagna (stimata a circa 87.000 ton). Il potenziale di "carica" del nuovo raccolto avrebbe subito l'impatto negativo di eventi meteo estremi in alcune delle principali regioni produttive, problemi di impollinazione e danni da cimice asiatica in altre.
Dal punto di vista dell'offerta le criticità hanno così trasmesso marcate tensioni ai prezzi nazionali. A fine ottobre, la Camera di Commercio di Cuneo ha rilasciato la prima quotazione per la nocciola IGP di Cuneo: 11,80 €/punto resa. Si tratta del 40% in più rispetto all'ultima quotazione della scorsa campagna, del 57% in più rispetto al primo prezzo della stagione 2023/24. Inoltre, è il livello più alto dopo la campagna 2014/15.
Stati Uniti
Buoni risultati, invece, in USA, dove la produzione 2024/25 è stata confermata a 87.500 tonnellate, +4% rispetto alla campagna precedente. Inoltre, la qualità risulta buona, con un limitato numero di difetti, grazie a condizioni meteo favorevoli e interventi mirati da parte dei produttori, al fine di ridurre la diffusione di parassiti.
Per maggiori informazioni: www.areteagrifood.com