Possono ritenersi soddisfatti i produttori che hanno conferito le proprie mele all'Asta Frutta Alto Adige. "Le rese in campo sono state superiori rispetto al 2023 di circa il 13 per cento, mentre i prezzi di vendita sono stati, mediamente, leggermente inferiori. A conti fatti, la produzione lorda vendibile (plv) in campo è stata costante e l'annata, anche se non sarà ricordata fra le più brillanti, è stata comunque soddisfacente". Lo afferma Markus Tscholl, coordinatore di Asta Frutta Alto Adige, presente a Interpoma in un proprio spazio nello stand del SüdTirol.
"Il mercato era partito bene con i primi stacchi estivi - sottolinea Tscholl - poi si è appiattito, con prezzi meno brillanti. Le cause sono diverse: ottobre è stato un mese abbastanza caldo e le vendite sono andate a rilento ma, soprattutto, in giro vi erano ancora stock di mele del 2023- 2024 che sono state smaltite a prezzo più basso. È normale quindi che le quotazioni non potessero essere troppo brillanti fra settembre e i primi giorni di novembre".
Le aste sono terminate ai primi di novembre e i conferitori ricevono la liquidazione nel giro di poche settimane. Con un numero di clienti che quasi pareggia quello dei produttori (550 compratori registrati e 760 produttori), Asta Frutta Alto Adige rappresenta una realtà storica del territorio, nella vendita delle mele, dato che la prima esperienza risale al 1960. La superficie totale che fa capo ai 760 produttori supera i 900 ettari, con un volume atteso di circa 45mila tonnellate di mele.
Fra gli ettari che fanno capo all'Asta, circa un 55% è protetto da reti. Va però specificato che i produttori sono quasi tutti assicurati. Gli acquirenti delle mele all'asta sono anche esteri. "Abbiamo ricevuto richieste dalla Spagna e inoltre le vendite sono andate bene anche in Germania e in altre nazioni dell'Europa centrale", conclude.
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