È denominato Ammendante Compostato Misto (ACM) e rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare, che trasforma rifiuti organici in risorse preziose per la produzione agricola. Partendo proprio dalla concezione che i rifiuti organici non sono scarti, bensì risorse, prende vita il Progetto Quasimodo, nato dalla collaborazione tra il CREA - Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo di Pontecagnano (Salerno), la OP Agriverde e la cooperativa GE.PRO.TER. Il responsabile scientifico del progetto è Loredana Sigillo, del CREA di Pontecagnano.
Il progetto mira a rivoluzionare le pratiche agricole attraverso l'uso dell'Ammendante Compostato Misto (ACM) prodotto dalla Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) dall'impianto di compostaggio di Salerno.
"Il progetto Quasimodo è inserito nel Programma Operativo Pluriennale 2023-2029 della OP Agriverde, con sede a Santa Maria a Vico (Caserta), ed è supportato da un quadro normativo europeo che favorisce la sostenibilità agricola, come il Regolamento (UE) 2021/2115. Questo programma è pensato per incentivare l'innovazione nel settore ortofrutticolo, rafforzando le pratiche agronomiche con un approccio sostenibile ed efficiente. La Piana del Sele, con l'impianto di compostaggio di Salerno, diventano il laboratorio ideale per testare e dimostrare l'efficacia di un modello replicabile". Queste le dichiarazioni di Silvestro Gallipoli della Op Agriverde.
L'ACM utilizzato per la ricerca è commercializzato a marchio 'Terra Arechi' e viene prodotto nell'impianto di compostaggio di Salerno Pulita, un modello di eccellenza nella gestione sostenibile dei rifiuti. Questo compost di alta qualità è il risultato di anni di innovazione tecnologica e riammodernamenti significativi.
L'utilizzo dell'ACM nei terreni agricoli non solo migliora la fertilità del suolo, ma rappresenta anche un passo avanti nella lotta contro i cambiamenti climatici. Tra i principali vantaggi del compost si annoverano: una fertilità rigenerata, la riduzione dell'impatto ambientale e il sequestro di carbonio. Infatti l'ACM aumenta la sostanza organica, migliora la struttura del terreno e ne accresce la capacità di trattenere acqua e nutrienti; sostituendo parzialmente i fertilizzanti chimici, il compost riduce le emissioni di gas serra e promuove una maggiore biodiversità microbica, e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, immagazzinando carbonio organico stabile nel suolo.
"Uno degli aspetti più innovativi del progetto è l'integrazione della tecnica della biosolarizzazione. Questa pratica combina il calore solare e la biofumigazione per sterilizzare il terreno, migliorandone fertilità e biodiversità – afferma Gallipoli -. L'aggiunta di compost al processo di solarizzazione, grazie alle sostanze biocide emesse dalla sua fermentazione anaerobica, ne aumenta l'efficacia, offrendo un'alternativa ecologica all'uso di sostanze chimiche".
"Il progetto QUASIMODO non si limita al territorio salernitano, ma propone un modello replicabile ad altre realtà agricole e rappresenta un esempio concreto di come l'innovazione possa trasformare l'agricoltura in un settore più sostenibile e competitivo. Promuovendo l'uso di risorse rinnovabili come l'ACM, non solo si risponde alle esigenze produttive del settore, ma si offre una soluzione tangibile per il futuro del nostro pianeta dimostrando, attraverso prove sperimentali su colture orticole come baby leaf e angurie, come il riciclo dei rifiuti organici possa diventare un'opportunità per tutta l'agricoltura italiana ed europea", dice in conclusione Gallipoli.
Per maggiori informazioni:
www.crea.gov.it