I cambiamenti climatici e gli eventi atmosferici estremi, oggi sempre più frequenti, causano danni enormi alle coltivazioni rendendo indispensabile l'adozione di strategie efficaci per garantire un veloce recupero del potenziale produttivo e un ripristino del processo vegetativo delle piante stesse. Proprio per questo, negli ultimi anni Fondazione Agrion ha pensato di avviare una serie di valutazioni di potatura mirate a gestire i gravi danni da violente grandinate.
Un esempio emblematico e caso studio dei ricercatori della Fondazione è la devastante grandinata che ha colpito l'Alta Langa, in particolare Cortemilia, il 6 luglio 2023.
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Nei giorni successivi all'evento, i tecnici di Agrion hanno avviato monitoraggi puntali per valutare i danni causati ai corileti, soprattutto a livello della chioma e del legno, visto il risultato dell'apparato fogliare fortemente compromesso e il conseguente rischio dell'attività fotosintetica della pianta (foto 1 e 2). Solitamente le operazioni di cimatura e capitozzatura di forte intensità, in caso di elevate temperature subito dopo a un evento grandinigeno, sono sconsigliate per non stressare e debilitare ulteriormente le piante, ma in questo caso la scelta è stata dettata dalla volontà di testare la risposta delle piante in condizioni limite.
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Obiettivi e tesi sperimentali
L'obiettivo della prova è stato quello di testare la risposta delle piante con diverse tipologie di potatura per salvaguardare da un lato le gemme a frutto necessarie alla produzione dell'anno successivo e dall'altro la sopravvivenza delle piante stesse.
La sperimentazione si è svolta su un appezzamento situato a Cortemilia, comune particolarmente colpito dalla grandinata, su piante di 8 anni con forma di allevamento a cespuglio policaule, esposizione sud-est e giacitura mediamente collinare. La settimana successiva all'evento sono iniziati i lavori di taglio, pulizia, rimozione branche danneggiate e disinfezione dei tagli di potatura e delle numerose ferite sul legno.
La sperimentazione è proseguita con rilievi periodici sull'allungamento dei germogli in tutte le tesi per individuare la migliore strategia di ripresa e resilienza da applicare ai corileti in caso di eventi atmosferici estremi.
Il protocollo ha previsto quattro differenti tesi, con diverse ripetizioni:
1 - Taglio "a zero" raso terra per strutturare la pianta con i nuovi polloni.
2 - Taglio basso a circa 50-60 cm dal suolo.
3 - Tesi di potatura manuale "ordinaria" per la rimozione di legno rotto ed eccessivamente danneggiato.
4 - Tesi testimone in cui non è stata effettuata alcuna operazione né di pulizia né di rimozione di rami danneggiati.
In tutte le tesi in cui si sono effettuati tagli di potatura importanti si è tempestivamente provveduto ad applicare prodotti rameici e mastici cicatrizzanti al fine di limitare il più possibile le vie d'accesso a patogeni fungini.
Primi risultati
Dopo un anno e mezzo di sperimentazione, in funzione di tale prova, emergono differenze assai interessanti
Foto 3 | Foto 4 |
Si può affermare che le piante con taglio "a zero" hanno avuto una vigoria di ripresa maggiore, con un tasso di crescita di circa il 30% in più, rispetto alla tesi con capitozzatura a 50-60 centimetri da terra. In questo ultimo caso, invece, la parte basale ha mostrato un forte attacco di patogeni, ascrivibili ad Armillaria mellea, quasi sicuramente riconducibile agli stress subiti dalle piante che risultano fortemente indebolite e debilitate (foto 3). A oggi, (autunno dell'anno successivo) queste piante presentano disseccamenti localizzati e scarsa vigoria.
Inoltre, nelle piante con taglio netto "a zero" (foto 4), la ripresa vegetativa è stata ottimale e l'altezza media delle stesse risulta superiore ai 2 metri con una buona struttura di base e buone formazioni fruttifere. In questo caso nel corso del mese di ottobre 2024 è stata effettuata una leggera cimatura, di circa 2-3 cm, della chioma al fine di rallentare la crescita dei nuovi germogli e permettere al legno basale di lignificare creando solidità e struttura alla pianta.
Infine per quanto riguarda le piante soggette a potatura "tradizionale" in cui si sono effettuati solo tagli ordinari per asportare eventuali rami rotti, senza intervenire in modo intenso nei confronti della chioma, si è potuta osservare una buona ripresa vegetativa e una discreta differenziazione di infiorescenze.
Foto 5 | Foto 6 |
La forte preoccupazione per queste piante riguarda il rischio di rotture in caso di vento o nevicate invernali, poiché seppur presentino una buona, se non ottimale, ripresa sia dell'attività fogliare che fotosintetica, il legno, come si può osservare in figura, risulta visibilmente compromesso e soggetto a facili rotture in seguito a una minima pressione esterna (foto 5 e 6).
A oggi, con la se pur breve esperienza maturata, possiamo considerare come migliore strategia d'intervento post evento grandinigeno estremo la tesi caratterizzata da taglio "a zero", la quale ha consentito una ottimale e rapida ripresa delle piante ripartendo dai nuovi polloni. La strategia di gestione è ovviamente variabile in funzione dell'intensità dell'evento atmosferico, poiché in questo caso l'intensità è stata molto elevata e fortunatamente non è sempre necessario attuare operazioni di gestione così radicali.
Il supporto di Fondazione Agrion
La sperimentazione descritta proseguirà nel corso dei prossimi anni per valutare la ripresa produttiva ed eventuali problematiche fitosanitarie che potrebbero manifestarsi sugli organi vegetativi in seguito ai diversi stress subiti dalle piante del corileto.
La fondazione Agrion è disponibile per ulteriori chiarimenti e indicazioni qualora ci fossero situazioni similari al caso studio appena presentato e ci fosse necessità di confronto diretto sul tema.
Si ringrazia infine l'azienda agricola Giuseppe Pallavicino per la disponibilità alla sperimentazione.
Aggiornamento sui progetti Agrion
Si informa che Agrion, in collaborazione con i tecnici delle associazioni di categoria e delle OP, prosegue le attività sperimentali in ambito corilicolo per ristabilire l'equilibrio produttivo e migliorare il ciclo fisiologico delle piante al fine di ripristinare la corretta e adeguata produttività dei corileti. In particolar modo presso l'azienda Nasio – Agrion di Cravanzana è in corso di svolgimento una prova di cimatura della chioma nella porzione di corileto storico, caratterizzata da differenti tesi con differenti intensità e modalità di potatura, al fine di valutare le migliori tipologie di gestione della potatura da intraprendere per riuscire a ripristinare corileti a fine ciclo la cui produttività negli ultimi anni è andata diminuendo sempre più. L'obiettivo della prova è aumentare l'ingresso di luce nella chioma, rimuovere parti senescenti della pianta, stimolare il germogliamento e rinnovare le formazioni fruttifere. Seguiranno aggiornamenti e giornate in campo per documentare i risultati ottenuti.
A cura di Lorenzo Brigante, Simone Bardella e Maria Corte