"L'inclusione della fungicoltura tra le attività di coltivazione verticale rappresenta un traguardo significativo per il settore. Questa recente modifica normativa chiarisce finalmente anche la posizione delle aziende di produzione di funghi nel contesto della legislazione nazionale, riconoscendone il valore e l'innovatività". Lo afferma Andrea Prando (foto), presidente dell'Associazione nazionale fungicoltori.
La coltivazione di funghi su più piani, condotta in ambienti controllati, si può ora definitivamente considerare riconosciuta come un'attività agricola a carattere intensivo a sviluppo verticale. Questo riconoscimento non solo conferisce dignità e status a un settore spesso trascurato, e che dal 1985 con l'approvazione della legge 126, ha lottato per decenni per ottenere questo riconoscimento che oggi, grazie al nuovo modello approvato, trova una sua corretta e definitiva collocazione.
"La contemplazione della fungicoltura nella normativa sulle coltivazioni verticali – aggiunge Prando che già sul finire degli anni negli '90 intraprese una serie di azioni per tale riconoscimento - sottolinea la crescente rilevanza delle pratiche agricole sostenibili e tecnologicamente avanzate nel panorama economico italiano. Questa norma rappresenta un passo avanti verso una maggiore chiarezza e trasparenza, offrendo alle aziende fungicole un quadro normativo più stabile e favorevole per il loro sviluppo".
"Con questa riforma, il settore può guardare al futuro con rinnovata fiducia, consapevole di essere legittimamente riconosciuto e sostenuto nelle sue peculiarità e potenzialità all'interno dell'economia agricola italiana. La fungicoltura, spesso relegata a un ruolo marginale, da oggi ottiene la conferma con il giusto riconoscimento come componente chiave dell'innovazione agricola, contribuendo alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità".
Le aziende fungicole possono ora pianificare con maggiore sicurezza i loro investimenti e strategie di crescita, sapendo di poter contare su un regime fiscale che premia l'innovazione e la sostenibilità. La possibilità di determinare il reddito su base catastale offre un vantaggio competitivo, rendendo più attrattivo l'investimento in questo settore. Inoltre, la nuova normativa favorisce la diffusione di pratiche colturali avanzate, incoraggiando la ricerca e lo sviluppo di tecnologie all'avanguardia".
"In conclusione, l'inclusione della fungicoltura tra le attività di coltivazione verticale sancita dal nuovo decreto fiscale rappresenta una vittoria per il settore. Questo riconoscimento legislativo – conclude Prando - non solo valorizza il contributo delle aziende fungicole all'agricoltura italiana, ma apre anche nuove prospettive per la crescita e l'innovazione, ponendo solide basi per un futuro prospero e sostenibile".
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