Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La sua era la politica del "fare sistema"

Addio a Domenico Scarpellini, per trent'anni anima di Macfrut

Se di Domenico Scarpellini si può dare una definizione, fra le tante si potrebbe scegliere questa: un accorto tessitore di relazioni. L'ex presidente di Cesena Fiera, uno dei fondatori di Macfrut nel 1984 (era nel Comitato di gestione fin dalla prima edizione, che ha guidato fino al 2014, quando gli è succeduto Renzo Piraccini), già direttore del Consorzio Agrario provinciale di Forlì, ruolo mantenuto fino al giugno del 2005), è deceduto domenica 8 dicembre 2024, all'età di 87 anni. Ma in tutti questi anni ha ricoperto vari ruoli: consigliere comunale a Cesena dal 1975 al 1990 (Democrazia Cristiana), amministratore del Mercato ortofrutticolo di Cesena, vice presidente dell'Istituto oncologico romagnolo, membro attivo del Rotary e del Panathlon, era molto attivo anche nell'ambito della Diocesi di Cesena-Sarsina. Nel 1998 gli era stato conferito il dottorato in Scienze Manageriali dall'Università di New York.

Un sorridente Domenico Scarpellini in bicicletta nella galleria del mercato ortofrutticolo di Cesena, nel 2016

Il funerale sarà celebrato mercoledì 11 dicembre alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Pietro, a Cesena. Una sua caratteristica, di cui andava fiero - e non lo nascondeva - era quella di una buona gestione dei conti, come un buon padre di famiglia. Sia al Consorzio Agrario, a Macfrut e al Mercato ortofrutticolo, quando ne ha lasciato la guida ogni società era sana nel bilancio e con delle buone riserve economiche.

"Bisogna fare sistema", ripeteva sempre ai collaboratori e agli operatori ortofrutticoli: non è un caso se la fiera Macfrut crebbe notevolmente in un periodo in cui il solo settore ortofrutticolo non aveva i riflettori puntati, ma rientrava nel più ampio ventaglio delle offerte dell'intero comparto 'agricoltura'.

Scarpellini era tessitore di relazioni, perché aveva capito che solo coinvolgendo tutti si poteva arrivare agli obiettivi che si era prefissato. Non a caso, nel Consiglio di amministrazione del Consorzio agrario di Forlì-Cesena e Rimini, lui aveva coinvolto tutte le associazioni degli agricoltori, e metteva in pratica la massima "coinvolgi et impera" piuttosto che "dividi et impera".

"Era un conciliatore: si poteva anche litigare ma poi con lui fare pace era scontato - commenta Paolo Bruni, presidente del CSO - Con Domenico abbiamo portato avanti tante battaglie e lo ricordo come uno strenuo difensore del comparto ortofrutticolo. Per le sue battaglie, dava tutto se stesso e non tollerava di non raggiungere l'obiettivo".

"È morto un amico, mio predecessore alla guida di Cesena Fiera e figura di spicco del settore agricolo – ha scritto il presidente di Macfrut Renzo Piraccini-. Dobbiamo essergli tutti molto grati per quello che ha fatto per la Fiera di Cesena, il Mercato Ortofrutticolo e il Consorzio Agrario e per tutta la comunità cesenate".

"I suoi insegnamenti sono stati fondamentali nella mia formazione - afferma Luigi Bianchi, direttore di Cesena Fiera - e avrei migliaia di aneddoti da riportare. Come quella volta che andai a casa sua a prenderlo alle 5 del mattino per andare al Ministero dell'agricoltura a Roma, invece mi dovevo presentare alle 4,15. Lui voleva essere il primo a entrare al ministero e questo mio ritardo non me lo fece pesare subito, ma dopo un po', a rate: infatti ogni tanto mi lanciava delle frecciatine, rigorosamente dandoci del lei. Ma se capiva che poteva avere fiducia in una persona, poi condivideva cose anche non prettamente lavorative. Ricordo quando mi disse che a volte bisogna dire dei no, anche quando sarebbe più logico dire di sì. Aveva una particolare predilezione per le nuove generazioni e Cesena Fiera ha mantenuto questa peculiarità di valorizzare i giovani. Era un burbero, a volte mi faceva davvero arrabbiare, ma questo suo modo mi ha insegnato il lavoro e come approcciarsi alle diverse situazioni".

"Mi ha insegnato molto e posso solo parlare bene di Domenico - commenta Carlo Ammoniaci, già dirigente del Consorzio Agrario - senza nascondere comunque che aveva un carattere spigoloso e che, a volte, non era facile andarci d'accordo. Però le sue critiche erano sempre a fin di bene, allo scopo di raggiungere l'obiettivo. Mi diede carta bianca per allestire il settore impiantistica, plastiche e irrigazione, un comparto che fino ad allora non esisteva e che poi arrivò a fatturare milioni di euro. Sapeva vederci lungo, oltre l'ostacolo".

La storia
La sua è stata una famiglia di periti agrari. Tre generazioni di Scarpellini si sono formate nell'Istituto tecnico agrario "G. Garibaldi" di Cesena: il primo fu suo padre Pietro, agente di campagna, le cui orme sono state percorse dai figli Terzo, Pancrazio e Domenico. Poi è stata la volta dei nipoti del 'capostipite': Irma, Alberto e Alessandro.

Domenico Scarpellini, nato nel 1937 nel Comune di Cesenatico (Forlì-Cesena), si è diplomato all'Agraria nel 1957. L'anno successivo viene assunto, come tecnico agrario, dall'azienda con la quale rimarrà indissolubilmente legato fino al 2005: il Consorzio Agrario di Forlì-Cesena e Rimini. Scarpellini al Consorzio percorre tutte le tappe e nel 1982 ne assume la vicedirezione: in questo periodo inizia l'opera di ammodernamento dei criteri gestionali del comparto commerciale e promuove la ricerca e l'evoluzione tecnica. Dopo un paio d'anni passati come direttore del Consorzio di Pesaro-Urbino, nel 1988 rientra a Forlì come direttore generale. Superate agli inizi degli anni '90 le vicende legate alla messa in liquidazione di Federconsorzi, l'ente di coordinamento nazionale, il Consorzio agrario di Forlì-Cesena e Rimini riparte con slancio ritagliandosi importanti spazi per quanto riguarda l'evoluzione del comparto ortofrutticolo e cerealicolo e l'innovazione tecnica.

Chi scrive lo ricorda affettuosamente: nel 1999, a 24 anni e giornalista appena iscritto all'Ordine, mi chiamò per realizzare il giornale dell'ente fiera, compito poi portato avanti per diversi anni. E, successivamente, mi coinvolse nella comunicazione del Mercato ortofrutticolo. Grande appassionato di calcio, seguiva le vicende del Cesena con attenzione, andando allo stadio a ogni partita casalinga: l'impianto sportivo dista poche decine di metri da casa sua. Il suo "Bisogna fare scistema" con la spiccata esse romagnola, era un mantra in cui credeva e che metteva in pratica, nel suo piccolo, per far quadrare al meglio i conti delle realtà che dirigeva, avendo a cuore il destino dell'intero settore. Il suo stile era quello della Prima Repubblica, nell'accezione più positiva: 'una mano lava l'altra e tutte due lavano il viso'. Era riconoscente e pretendeva riconoscenza. E quando gli capitava di arrabbiarsi e fare una sfuriata (una anche nei confronti del sottoscritto, per un articolo che secondo lui non elogiava abbastanza Macfrut) in realtà dopo due giorni era tutto passato e si ricominciava come nulla fosse. E così, infatti, fu.

Ciao Domenico, proveremo a fare "scistema" seguendo il tuo esempio.