Poca e troppo costosa. La campagna dell'uva da tavola di provenienza nazionale è alle battute finali e si cominciano a tirare le somme. Un grossista del nord d'Italia, Tazio Zavaglia del Mercato di Rimini, descrive così le ultime settimane di vendita dell'uva da tavola, con poco prodotto e che ha raggiunto prezzi alti.
Foto archivio FOR
"Ad esempio, l'uva senza semi di prima qualità in questi giorni viene venduta al mercato all'ingrosso a 8 euro/kg, una cifra secondo me troppo elevata, perché poi i negozi devono rivenderla almeno a 10 euro - dice Zavaglia - E, a queste cifre, i consumi diminuiscono nettamente, come confermano i dettaglianti".
La provenienza dell'uva che il grossista rivende è quasi esclusivamente pugliese, con fornitori molto professionali e organizzati.
"Vi sono anche varietà senza semi più economiche, da 4-5 euro al kg, ma non sono molto gradite dai consumatori. Fino al momento in cui si vendeva la prima qualità a 6 euro, anche i negozianti ottenevano un margine e i consumatori acquistavano in maggiori quantità, attorno a 8 euro/kg. Ora invece le cifre appaiono troppo elevate, ma è la legge del mercato, dato che la richiesta è costante e il prodotto in continuo calo".
Un altro aspetto da considerare è quello che ogni anno la seedless guadagna sempre più punti percentuali sulle varietà tradizionali con i semi. "In definitiva, le uve senza semi sono molto richieste e la disponibilità non riesce a soddisfare il mercato, mentre le uve tradizionali sono già terminate da diversi giorni, per cui vi è un vuoto di forniture", conclude Zavaglia.
Per maggiori informazioni
Zavaglia Sergio
www.ortofrutta-zavaglia.com