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Mancano i soldi, rimborsi per il 55% invece del 70%

Assicurazioni, a rimetterci sono sempre gli agricoltori

"Una premessa: il settore agricolo fattura circa 80 miliardi di euro all'anno e crea un indotto di circa 8 volte il fatturato, generando per l'Italia un PIL di circa 640 miliardi di euro. Il settore agricolo contribuisce per più di un quarto al PIL nazionale, è quindi fondamentale salvaguardarlo". Lo afferma un nutrito gruppo di agenti intermediari assicurativi che, come attestano, rappresentano oltre il 50% del mercato italiano delle polizze grandine, e che ha stilato un preciso documento sull'attuale situazione delle assicurazioni in agricoltura.

"Riguardo all'attuale programmazione della PAC (2023-2027), le risorse destinate per la gestione del rischio sono circa 300 milioni di euro all'anno. Tali risorse, insufficienti per garantire una contribuzione massima annuale del 70%, si auspicava venissero integrate in modo da essere in linea con il passato. Dopo il primo anno, e precisamente alla fine del 2023, il Ministero si è accorto che le risorse messe a disposizione non potevano garantire il 70% del contributo; a quel punto, lo stesso ha deciso di disporre il pagamento di un acconto del 55% rispetto al 70%, in attesa di trovare nuove risorse".

Foto d'archivio: una tremenda grandinata si abbatté nella notte del 27 luglio 2004 sulla campagna di Cesena. Qui si vedono gli effetti su susine e rami, totalmente scortecciati. Da allora gli eventi catastrofali sono diventati sempre più frequenti

"Abbiamo deciso - scrivono - di unire le nostre forze per lanciare un'iniziativa allo scopo di mettere tutti a conoscenza della situazione dei contributi assicurativi che in questi ultimi due anni è diventata insostenibile, per non dire paradossale".

Per i rimborsi relativi all'anno 2024, tutto è ancora da definire. "A oggi, dal punto di vista informatico sono presenti numerose lacune. Per prima cosa, il PGIR (Piano Gestione Individuale del Rischio) ovvero il nuovo strumento in sostituzione del PAI, che risulta indispensabile per stabilire la massima spesa ammissibile a contributo per ogni certificato, non ha trovato ancora applicabilità. Anche la trasposizione delle superfici con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale non funziona; tutta questa instabilità sta creando confusione e ritardi di gestione; a questo punto c'è da chiedersi quando Agea sarà in grado di pagare i contributi 2024?".

A questo punto, alcune riflessioni e considerazioni sorgono spontanee. Scrivono i periti: "È inconcepibile che, dopo due anni (dal 2022), venga comunicato alle aziende che le risorse non bastano, pagando la percentuale del 52 e non del 70 di contributo sui premi. È inaccettabile che, per l'anno 2023, avendo approvato nella programmazione PAC 2023-2027 una disponibilità di risorse di circa 300 milioni annui, il Ministero si accorga solo alla fine dell'anno che le risorse non sono sufficienti e decida di emettere un decreto di pagamento dove viene prevista una percentuale del 55% e non il 70% come era stato promesso. È impensabile subire ritardi su ritardi per l'erogazione del contributo. Esistono troppe pratiche burocratiche (es: vedi pratica antimafia) che, prese in mano da più enti, creano delle incongruenze e conseguenti lungaggini".

"È indispensabile avere il coraggio di investire in agricoltura, perché con soli 300 milioni di euro annui non si può dare risposte serie e concrete in merito alla gestione del rischio".

Infine, gli agenti assicurativi danno anche dei consigli agli agricoltori. "Come prima cosa, ti suggeriamo di sincerarti se il tuo CAA (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, ecc.) e il tuo Consorzio di difesa si siano adoperati attivamente per risolvere il problema dei contributi. Oltre a questo, un buon modo per evidenziare il problema è di condividere attraverso i social media (Facebook, Instagram) o riviste giornalistiche, post o video delle promesse (non mantenute), fatte in più occasioni dal Ministro o da vari dirigenti Agea".