Stefano Foschi, tecnico di CBC Biogard – Bioplanet, fa il punto sulla stagione scorsa riguardo agli interventi effettuati con il lancio di insetti utili. "La lotta alla cimice deve essere continuativa e per macroaree. Se una sola azienda agricola effettua un lancio di antagonisti, incide poco. Ma se vi è una rete di aziende su centinaia di ettari, allora si possono ottenere risultati concreti".
Ad esempio, nella scorsa estate un'area di 400 ettari in Val di Chiana, in Toscana, è stata 'difesa' con il lancio di 50mila insetti utili, al fine di contrastare i danni da cimice su drupacee e pomacee. "Io la definisco rete inoculativa stagionale – continua Foschi – perché eseguiamo i lanci nei periodi chiave come prima dell'ovideposizione da parte delle cimici. In tal modo, preveniamo la proliferazione dell'insetto parassita e andiamo a difendere le produzioni. Tutto questo non ostacola i lanci programmati per rafforzare gli insetti antagonisti, che siano ancora con Anastatus stesso o vespa samurai".
Altra zona 'difesa' con Anastatus è stata quella di Cuneo, in particolare in areali coltivati a nocciolo. "In questa lotta biologica rafforziamo la presenza degli insetti utili concentrandoli nel tempo e nello spazio. Nel cuneese abbiamo lanciato 75mila individui di Anastatus".
Nel 2024 inoltre, anche nelle colline cesenati è partito un programma di lotta biologica, realizzato nell'ambito dei progetti di ricerca presentati da AOP Gruppo VI.VA. nel Programma Operativo Pluriennale 2023-2029 "Innovazione delle tecniche colturali e miglioramento qualitativo dei prodotti ortofrutticoli dei soci AOP GRUPPO VI.VA - acronimo ricerca Viva", Reg.2021/2115 e successive normative attuative, Obiettivo d) Ricerca e Sviluppo - Sotto-progetto 09 "Tecniche innovative di difesa biologica per il contrasto della cimice asiatica".
In particolare, il progetto è stato voluto da AOP Gruppo VI.VA., insieme ad Apofruit e coinvolge anche Ri.Nova nella parte di controllo e raccolta dati. La ricerca è stata condotta su circa 200 ettari e introducendo negli areali romagnoli poco meno 40 mila antagonisti".
"L'importante è fare rete – sottolinea Foschi – perché un intero territorio deve fare sistema e contrastare la diffusione di Halyomorpha halys".
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