Le banane ecuadoriane rimangono uno dei pilastri delle esportazioni del Paese, con un mercato caratterizzato da sfide complesse e opportunità chiave per il futuro. La varietà Cavendish, coltivata tutto l'anno, rappresenta la maggior parte delle esportazioni verso destinazioni come Stati Uniti, Europa, Medio Oriente e Cono Sud.
Gli ultimi due anni sono stati particolarmente difficili per i coltivatori-esportatori ecuadoriani, che devono fare i conti con gli alti costi degli input e con i prezzi spot che superano i valori concordati nei contratti internazionali. Secondo Lorena Quisilema, Operations Manager di Andradecomex, "l'Ecuador non ha una propria valuta, il che lo rende poco attraente rispetto ad altri Paesi produttori di banane, e gli alti costi operativi, produttivi e logistici comportano difficoltà nel chiudere le trattative con i potenziali clienti".
Inoltre, parassiti come il TR4 e il batterio MOKO rappresentano minacce persistenti. Per affrontarli, i produttori hanno implementato rigidi protocolli di biosicurezza in azienda, una misura cruciale per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti.
Nonostante le difficoltà, il settore mostra segni di resilienza e ambizione. Andradecomex, che ha iniziato a esportare nel 2024, attualmente spedisce tra le 10.000 e le 20.000 cassette di banane a settimana, con l'intenzione di aumentare questo volume a 30.000-40.000 cassette nei prossimi anni. Con questa crescita l'azienda cerca di posizionare le banane ecuadoriane nel mercato globale, evidenziandone la tracciabilità e gli standard di alta qualità che le hanno fatto guadagnare certificazioni internazionali.
Anche il cambiamento climatico ha inciso sulla produttività delle aziende agricole, riducendo i raccolti previsti; tuttavia, gli investimenti costanti e l'uso corretto di buone pratiche agricole cercano di mitigare questo fenomeno, garantendo al contempo la sostenibilità e l'aumento della produzione.
Nell'ottica della diversificazione, l'azienda sta puntando anche su prodotti esotici come l'ananas e la pitaya. Sebbene il mercato di quest'ultima abbia risentito della sovrapproduzione e dei prezzi bassi, c'è ottimismo sul suo potenziale di crescita.
Le banane, invece, restano sotto i riflettori. "Il nostro obiettivo è posizionare il nostro marchio a livello mondiale e farci conoscere per la qualità e le buone pratiche agricole", afferma Quisilema. Questo approccio mira non solo a garantire la crescita del settore, ma anche ad avere un impatto positivo sull'economia delle comunità agricole del Paese.
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Lorena Quisilema
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