Per la stagione 2024/25, la produzione globale di noci è prevista in aumento del 2%, a 2,7 milioni di tonnellate su base "in guscio", grazie all'aumento della produzione in Cina, Cile e Unione europea, che compensa ampiamente la diminuzione della produzione negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti e la Cina rappresentano oltre il 75% della produzione totale. Il consumo mondiale dovrebbe aumentare del 2%, raggiungendo i 2,7 milioni di tonnellate, grazie alla produzione cinese. Le esportazioni globali sono previste in lieve aumento a 1,1 milioni di tonnellate, grazie ai risultati positivi di Cina, Cile e Ucraina che compensano le perdite degli Stati Uniti. Le scorte finali mondiali sono previste in calo del 23%, a 126.000 tonnellate, principalmente a causa della consistente riduzione da parte degli Stati Uniti. A rivelarlo un'analisi del mercato globale realizzata dal dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (Usda) a ottobre 2024.
La quotazione della noce sgusciata statunitense Light Halves, EXW UK, tra ottobre e dicembre, è aumentata del 10%, toccando i massimi da febbraio 2022. Secondo le elaborazioni di Areté, i rialzi sono riconducibili a una minore offerta Usa, a seguito di un raccolto 2024/25 di "scarica", che l'Usda prevede in calo del 19% rispetto alla scorsa campagna.
L'analisi Usda di ottobre, infatti, evidenzia: "La produzione statunitense è prevista in calo del 19% a 608.000 tonnellate, poiché l'allegagione media per albero è scesa del 24% e la superficie coltivata è diminuita del 4%, segnando la prima diminuzione della superficie in due anni consecutivi dalla campagna 1951/52. Le ore di freddo del 2024 sono state scarse e hanno influito negativamente sulla fioritura e sulla fruttificazione. Diverse tempeste di fine inverno e di primavera hanno incrementato il manto nevoso della Sierra Nevada e hanno contribuito in modo significativo ad aumentare i bacini idrici della California, riportandola a condizioni idriche normali. Tuttavia, a causa delle forti piogge primaverili, si sono manifestati alcuni casi di peronospora nei noceti. L'estate ha portato in California temperature da record e i coltivatori sono stati costretti ad aumentare l'irrigazione. Con la riduzione delle forniture esportabili, le esportazioni sono previste in calo del 13% a 440.000 tonnellate, principalmente a causa della riduzione delle spedizioni verso i mercati principali dell'Unione europea, del Giappone e della Corea del Sud. Con la riduzione dell'offerta disponibile, si prevede un calo delle scorte e dei consumi".
(Foto d'archivio)
In questo scenario, secondo Areté, ulteriore supporto arriva da una domanda piuttosto vivace, soprattutto in Europa, alimentata da una disponibilità limitata di prodotto proveniente dal Cile - uno dei principali bacini di approvvigionamento per l'Europa insieme agli Stati Uniti - dopo un raccolto 2024 deludente (-26% rispetto al 2023, secondo i dati di ChileNut), ormai interamente venduto.
Nello specifico dell'Italia, gli ultimi dati ChileNut mostrano come, dal 21 marzo al 30 novembre 2024, il nostro Paese abbia importato 8.321.035 kg di noci cilene con guscio e 3.031.142 kg di prodotto sgusciato, rispettivamente l'8% in più e il 18% in meno rispetto al 2023.
Per maggiori informazioni:
fas.usda.gov
www.chilenut.cl