La campagna di commercializzazione delle pere spagnole è al momento piuttosto lenta, anche se si spera che la domanda aumenti nuovamente dopo le vacanze di Natale.
"Per quanto riguarda la stagione delle pere biologiche, non abbiamo subito un calo della produzione altrettanto marcato, come nella stagione convenzionale", afferma Eduard Reixachs, direttore dell'azienda catalana Fruit Nature. "In effetti, raggiungeremo circa l'80% della produzione di un anno standard".
"È stato un buon anno per la pera Limonera. La sua commercializzazione è ormai terminata e ora stiamo lavorando con la Eliot. Si tratta di una pera molto buona che unisce le caratteristiche della varietà invernale con quelle di una pera estiva. Direi che, in termini di sapore e consistenza, è persino migliore della Conference e sta iniziando a essere apprezzata. Tuttavia, è molto difficile introdurre nuove varietà sul mercato delle pere", afferma Reixachs.
"Ricordo che 40 o 50 anni fa, quando la Conference iniziò a essere piantata, decidemmo di avviare un impianto ma, i primi anni, era quasi impossibile venderla", racconta Reixachs. "Vent'anni dopo, la pera Conference era già la più consumata e oggi è la varietà più comune in Catalogna. È un esempio di come le nuove varietà possano alla fine avere successo, anche se spero che la Eliot non impiegherà vent'anni per raggiungere questo obiettivo".
"Per quanto riguarda la domanda, tende a rallentare un po' nel periodo natalizio, a causa della concorrenza con altri prodotti, che sono spesso più esotici, quindi mele e pere solitamente restano indietro. Pertanto, come negli altri anni, una volta terminate le feste, ci auguriamo che la stagione delle pere inizi con grande slancio", afferma Reixachs.
Fruit Nature è specializzata nella produzione di pomacee biologiche e biodinamiche, con un focus particolare sulle pere. "Abbiamo ancora alcune mele Granny e Gala, ma ci stiamo concentrando sempre di più sulla produzione di pere biologiche. La manodopera sta diventando sempre più costosa e difficile da reperire e questo ci ha portato a passare dai meleti ai mandorleti, poiché quest'ultima è una coltura che può essere meccanizzata, riducendo così il problema della carenza di lavoratori", sottolinea Eduard Reixachs.
"Non siamo mai riusciti ad avere un buon mercato in Spagna. Abbiamo provato ad aprire delle linee e, di fatto, siamo riusciti a collaborare con clienti specifici ma, in generale, la nostra frutta biologica deve essere venduta sui mercati europei. Si dovrebbero destinare maggiori risorse alla promozione del valore del cibo biologico tra i consumatori spagnoli, per far capire loro che la qualità della frutta non si misura solo dal calibro o dall'aspetto esterno, ma anche da come è stata coltivata e da tutti i benefici che può apportare quando viene consumata. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma dobbiamo provarci", conclude Reixachs.
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