La stagione peruviana del mango, che nella campagna 2023/24 fu caratterizzata da sfide e aggiustamenti strategici, è iniziata insolitamente in anticipo con una produzione abbondante e sfide significative.
Richard Marillo Núñez, direttore generale della Servinca Export, afferma: "La produzione dell'anno scorso è stata estremamente bassa, raggiungendo appena il 20% dei livelli abituali, a causa delle condizioni meteo sfavorevoli. Ciò ha comportato prezzi elevati, sia alla fonte che sui mercati di destinazione, che hanno limitato la capacità del Perù di rifornire mercati chiave come l'Europa, e hanno consentito ai concorrenti, come il Brasile, di acquisire parte della quota di mercato del Perù".
"Quest'anno la produzione ha registrato un forte recupero, raggiungendo l'80% dei livelli abituali. Tuttavia, la stagione è iniziata in anticipo, a ottobre, a causa delle condizioni meteo, con problemi di commercializzazione perché l'offerta si è sovrapposta a quella del Brasile. Inoltre, a causa della crisi idrica nella regione di Piura, che ha impedito al frutto di svilupparsi completamente, si è verificata una prevalenza di calibri piccoli (60-70%) e una minore domanda di esportazione, causando la saturazione del mercato ed esercitando una pressione al ribasso sui prezzi. Nonostante il volume maggiore, i margini di profitto sono stati influenzati dagli elevati costi logistici e dalla forte concorrenza", afferma Marillo.
Il principale mercato del Perù è l'Europa. Tuttavia, la forte concorrenza del Brasile, che offre prezzi significativamente più bassi grazie ai costi logistici inferiori, ha reso difficile per il mango peruviano affermarsi sui mercati chiave. "Il Brasile forse non fornisce mango di alta qualità, ma la sua produzione è molto economica, il che gli conferisce un vantaggio competitivo", aggiunge Marillo.
"A livello logistico, il costo del trasporto aereo peruviano, tra 2,10 e 2,60 dollari/kg, contrasta con i 0,90 e 1,00 dollari/kg del Brasile. Altri problemi, come il recente crollo del sistema doganale peruviano, per due giorni a dicembre, hanno ulteriormente complicato i tempi di consegna delle esportazioni", afferma Marillo.
Nonostante le difficoltà, Servinca Export prevede di esportare circa 100mila casse di mango in questa stagione, con un focus particolare sul trasporto aereo. In futuro, l'azienda sta cercando di diversificare il suo assortimento, puntando a espandersi in mercati come gli Stati Uniti e la Corea del Sud. Inoltre, l'azienda vuole iniziare a esportare altri prodotti, come avocado, mirtilli e asparagi. "A tal fine, si stanno implementando dei miglioramenti negli impianti di confezionamento, tra cui tecnologie come il trattamento idrotermico, fondamentale per ottenere l'accesso a mercati come gli Stati Uniti e la Corea".
La crescita globale del consumo di mango rimane stabile, ma gli esportatori peruviani devono adattarsi per competere in mercati saturi. Un aspetto positivo è l'ampliamento dell'aeroporto Jorge Chávez, che potrebbe migliorare la competitività del trasporto aereo, riducendo i costi e facilitando un maggiore flusso delle esportazioni.
"Il futuro del mango peruviano dipenderà dalla capacità del settore di affrontare le sfide logistiche, adattare i tempi di produzione e dare priorità alla qualità, soprattutto in risposta alla strategia dei prezzi bassi di concorrenti come il Brasile. La chiave del successo sarà quindi concentrarsi sulla qualità, che è ciò che consente ai mango peruviani di distinguersi sul mercato internazionale", conclude Marillo.
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