Il settore dell'agricoltura digitale in Italia sta vivendo una rapida evoluzione, con un aumento annuale stimato del 14-15% e un mercato che potrebbe raggiungere 1,4 miliardi di euro entro il 2025. Questo scenario evidenzia l'adozione sempre più diffusa di soluzioni digitali innovative, che già coinvolgono circa il 40% delle aziende agricole italiane, consentendo loro di ottimizzare l'uso delle risorse e migliorare la sostenibilità. A livello europeo, il comparto affronta sfide simili, ma il ritmo di adozione è più lento. Il mercato agroalimentare dell'UE è previsto crescere con un tasso annuo del 2,56% (CAGR 2024-2029), con un valore stimato di 785,70 miliardi di dollari nel 2029, trainato principalmente dall'Agricoltura 4.0. Ne discutiamo con l'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese, per analizzare le ultime tendenze di questo settore in evoluzione.
Freshplaza (FP): Chi sono gli utilizzatori di tecnologie digitali avanzate nel comparto agricolo?
Gualtiero Roveda (GR): Il profilo tipico dell'utilizzatore di tecnologie agricole digitali è un professionista con un'età media tra i 40 e i 50 anni, e un livello di istruzione medio-alto. Tra i principali utilizzatori si annoverano proprietari di aziende agricole, tecnici e agronomi. I settori che mostrano maggiore interesse sono la viticoltura e la frutticoltura, seguiti da colture ortive e seminativi.
L'avvocato Gualtiero Roveda, consulente Fruitimprese
FP: Quali sono i benefici e le sfide dell'Agricoltura 4.0?
GR: L'Agricoltura 4.0, con sensori intelligenti e sistemi di monitoraggio, sta permettendo agli agricoltori di acquisire competenze digitali. Tra i principali benefici troviamo una gestione ottimizzata delle risorse, una significativa riduzione degli sprechi e una maggiore capacità di affrontare rischi derivanti da eventi climatici estremi. Tuttavia, solo l'8% delle aziende agricole italiane è completamente digitalizzato, dimostrando che il percorso di rinnovamento è ancora lungo.
FP: La digitalizzazione incide sulla semplificazione burocratica e gestionale del settore?
GR: La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione in ambito agricolo rappresenta un'opportunità significativa, con la prospettiva di sviluppare procedure più snelle e una comunicazione più efficace tra tutti gli attori coinvolti.
FP: Quali sono le sfide per la sicurezza informatica nel comparto agricolo?
GR: Con la crescente digitalizzazione, il settore diventa inevitabilmente più vulnerabile agli attacchi informatici. I rischi principali includono il possibile furto di dati sensibili, la manipolazione dei sistemi di controllo automatizzati e potenziali interruzioni della catena di approvvigionamento. Per questo motivo, è necessario investire in tecnologie di protezione, nella formazione e nella creazione di protocolli di sicurezza adeguati.
FP: La recente direttiva NIS 2 evidenzia l'importanza di questo aspetto.
GR: Il decreto di recepimento introduce obblighi più stringenti per la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, coinvolgendo anche il settore agroalimentare. Le imprese con almeno 50 dipendenti o un fatturato superiore ai 10 milioni di euro rientrano nel perimetro normativo. In ogni caso, tutta la filiera agroalimentare è coinvolta, essendo richieste misure di sicurezza a tutta la supply chain.
FP: Qual è il significato della scadenza del 28 febbraio?
GR: Il 28 febbraio rappresenta la scadenza per la registrazione sulla piattaforma dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). Questo è un passaggio fondamentale per le imprese che rientrano nel perimetro della direttiva NIS 2, poiché la registrazione è il primo passo per rispettare gli obblighi normativi e allinearsi alle nuove disposizioni.