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Effetti per l'economia mondiale, preoccupazioni anche nel settore logistico italiano

Nuovo possibile sciopero portuale in Nord America

L'ombra di uno sciopero dei lavoratori portuali sulla Costa Est degli Stati Uniti e nel Golfo del Messico minaccia ancora una volta l'economia globale, suscitando preoccupazioni anche nel settore logistico italiano.

"Il 2025 sarà un anno sofferto per via delle molteplici tensioni internazionali. Se a queste si dovesse sommare lo sciopero dei portuali statunitensi, il quadro diverrebbe esplosivo; l'agitazione interesserebbe 36 porti che movimentano tra il 40 e il 50% dei volumi negli scali statunitensi, coinvolgendo 45.000 addetti. Nei mesi scorsi, al FIATA di Panama si parlava di perdite di volumi, in un mese, stimate in due milioni di container: è facile capire quali conseguenze disastrose vi sarebbero per tutta l'economia mondiale". A dichiararlo in una nota è Giampaolo Botta, il direttore generale di Spediporto, l'Associazione spedizionieri, corrieri e trasportatori di Genova.

Il motivo del contendere, ovvero il rinnovo del contratto di lavoro con una particolare attenzione al tema dell'automazione, sta nuovamente logorando i rapporti tra l'International Longshoremen's Association (Ila) e la United States Maritime Alliance (Usmx). Lo sciopero potrebbe, dunque, scattare immediatamente dopo la data del 16 gennaio, quando scadrà la proroga temporanea decisa 3 mesi fa per cercare di portare avanti le trattative. Un dato significativo è che il 20 gennaio è previsto l'insediamento ufficiale del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Le sfide del 2025
In una videointervista pubblicata su Spediporto Channel, Botta ha dichiarato: "Se il 2024 è stato caratterizzato da una situazione di forte conflitto internazionale, legato principalmente alla guerra tra Ucrania e Russia e alla situazione israelo-palestinese, il 2025 attende di capire in primis come si muoverà il nuovo Presidente americano rispetto a quelle che sono state le sue enunciazioni in campagna elettorale. C'è quindi grande attesa per comprendere quanto la guerra dei dazi si trasformerà non soltanto in una serie di slogan elettorali, ma in azioni concrete sul mercato. Inoltre, c'è da comprendere come la nuova Commissione europea si muoverà rispetto a questi scenari, al tema della crisi produttiva e occupazionale che purtroppo sta attanagliando l'Europa, alla crisi energetica, al tema delle grandi sfide nei rapporti tra Washington e Pechino".

"Si preannuncia un 2025 complesso da decifrare, e quindi difficile anche da gestire dal punto di vista di quelle che sono le decisioni strategiche che le imprese sono chiamate a fare per poter rispondere con la necessaria tempestività al mutare degli scenari. Non c'è dubbio che la logistica dovrà rispondere in maniera efficiente alle richieste del mercato e quindi si dovrà muovere di conseguenza – ha continuato Botta – Il perdurare delle tensioni in Medio Oriente, in modo particolare delle tensioni che gravano intorno all'area mediorientale come il canale di Suez, comporteranno necessariamente un consolidamento della necessità di trovare soluzioni alternative. Probabilmente queste diventeranno anche durature o strategie di medio e lungo periodo".

"Oggi il mondo sta cercando soluzioni alternative a quelle che sono le tradizionali vie di accesso al mercato europeo e ai mercati mediorientali e asiatici: si cercano alternative alla circumnavigazione del Capo di Buona Speranza, guardando con interesse a quello che per esempio Cina e Russia stanno cercando di fare, una con il rilancio della One Belt Road, l'altra con l'avvio dei corridoi Nord-Sud e del nuovo corridoio IMEC".

Botta ha inoltre sottolineato come la crescita dei porti italiani sembra essere stagnante, dato che per il quarto anno consecutivo i volumi movimentati sono rimasti pressoché invariati. Questa situazione suggerisce che l'Italia potrebbe avere una strategia non del tutto efficace nel posizionarsi rispetto alle principali rotte commerciali internazionali. Un ruolo significativo in questa dinamica è giocato dalla situazione economica: con un potere d'acquisto limitato, gli italiani sono molto attenti a come spendono, il che si riflette in consumi piuttosto stabili. Questo, a sua volta, incide direttamente sull'importazione di beni e sulle aspettative di crescita del volume di merci movimentate.

Tuttavia, un elemento chiave da non trascurare è il settore portuale italiano stesso. "Nonostante gli ingenti investimenti in infrastrutture, che preludono a un futuro promettente, è essenziale semplificare notevolmente le procedure e puntare su servizi di qualità nel settore portuale e logistico. È fondamentale rendere i processi più efficienti e veloci, garantendo un servizio economicamente vantaggioso e tempestivo per le merci. Solo così i porti italiani potranno competere efficacemente con quelli del nord Europa, che attualmente attirano fino a un milione e mezzo di container in più all'anno rispetto ai nostri", ha concluso Botta.

Per maggiori informazioni:
spediporto.it