"Le scadenze imposte da Bruxelles si devono rispettare". Così, da Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, viene richiamato il rispetto alle normative unionali e la necessità di un continuo lavoro di concerto con il MASAF (Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare), con le Regioni e con tutti gli interlocutori del settore - istituzionali e associativi - per evitare che eventuali ritardi sulle scadenze europee, possano portare al disimpegno automatico.
Un concetto noto agli addetti ai lavori ma che è bene rimarcare per non fuorviare l'opinione pubblica da "lamentele" non coerenti ma ultimamente ricorrenti. Siamo nell'ambito del FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), lo strumento fondamentale che cofinanzia l'intervento pubblico nel settore agricolo.
"Considerato che negli scorsi anni l'Italia si è vista ridurre dalla Commissione Europea centinaia di milioni di euro per ritardati pagamenti effettuati oltre il termine previsto - interviene Fabio Vitale, direttore di Agea – risultati come quello della Puglia (l'obiettivo 2024 per il Psr Puglia è stato raggiunto e superato) evidenzia uno sforzo corale e complessivo davvero eccezionale. È esattamente in questi termini che voglio riportare l'attenzione sull'attività agricola e su tutto il nostro sistema rurale. Va da sé che Agea non può sostituirsi alle specifiche realtà territoriali in termini di operatività e di competenza, ma di certo può, e ne rivendico la corretta applicazione, mettere a disposizione di tutte le Regioni di competenza, e coordinare tutti gli Organismi Pagatori Regionali, strumenti in grado di semplificare le procedure. Non è solo questione di Intelligenza Artificiale, che pur ha un peso importante, ma di volontà di mettersi al passo con quanto ci chiede l'Unione Europea".
Il direttore Vitale, inoltre, indica come i messaggi non corretti e falsati da visioni miopi ledano l'attrattività del settore agricolo soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che, invece, hanno grandi possibilità di realizzazione nel settore primario.
Europa, tecnologia, innovazione, sperimentazione, ambiente, salute. La corretta narrazione deve articolarsi su questi concetti, non su lamentele.
Disimpegno
Si tratta di una regola prevista nell'ambito delle disposizioni per il finanziamento della politica di Sviluppo Rurale dell'Unione europea (vedi il Regolamento 1306/2013). L'obiettivo è quello di accelerare l'attuazione dei programmi e consentire una sana gestione finanziaria. In sostanza, attraverso il disimpegno, la Commissione Europea sopprime la parte di importo stanziato a favore di un determinato programma di Sviluppo Rurale, sia investimenti sia superfici (impegno di bilancio) che non è stata utilizzata e per la quale non sono state presentate dichiarazioni di spesa. Soldi che vanno persi, pertanto.
Nella programmazione settennale 2014-2020, il disimpegno si applicava per gli impegni di bilancio non utilizzati entro il terzo anno successivo a quello dello stanziamento (regola del'N+3) – per esempio, le somme impegnate dalla Commissione per l'annualità del 2015, cioè il primo anno di esecuzione dei PSR 2014-2020 - sono state soppresse se non utilizzate entro il 31 dicembre 2018. Nella nuova programmazione 2023-2027 la regola è N+2 e il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha previsto un rischio disimpegno "di grado basso" per l'N+2 al 31 dicembre 2025.