Gli operatori fanno sapere che, quest'anno, i carciofi italiani non sembrano viaggiare alla stessa velocità di sempre.
"La campagna, partita già con alcune difficoltà e con più di un mese di ritardo, rimane poco entusiasmante e comunque lenta sul fronte delle richieste: c'è poco consumo. È come se ci fosse più merce rispetto agli effettivi acquirenti. Specialmente dopo le festività, momento in cui abbiamo percepito una parvenza di vivacità commerciale, i mercati sono andati gradualmente a spegnersi. Al momento, i prezzi all'ingrosso variano da 0,35 a 0,60 €/pezzo. Un grosso divario delle quotazioni, a seconda della qualità della merce che giunge sui bancali".
A commentare la stagione cinaricola, a oltre due mesi dal suo avvio, è Ermanno Barletta della Biemme Srl, società della provincia di Lecce che fornisce frutta e verdura ai mercati ortofrutticoli italiani.
L'andamento climatico mite autunnale pare abbia provocato problematiche in campo, con temperature sopra la media e assenza di piogge nei mesi di settembre-novembre. Ci sono produttori che, a oggi, non stanno raccogliendo, registrando così un ritardo nell'entrata in produzione di diverse settimane.
"Mi auguro ci sia un prezzo giusto per chi vende, compra e consuma – dice ancora Barletta - Le nostre difficoltà sono oggettive, con quantitativi raccolti in campo non paragonabili a quelli degli anni passati, mentre aumentano i costi di produzione. Il freddo di questi giorni contribuirà a rallentare i tagli. Ulteriori ritorni di freddo potrebbero poi spingere le vendite. Rispetto ad altre verdure, il carciofo sta comunque mantenendo il suo livello negli scambi, mentre altri articoli, come cicorie, cime di rapa e cavoli, vanno tutti giù, con ordinativi più bassi di circa il 30%, se paragonati allo stesso periodo del 2024".
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