"È un dato di fatto che l'interesse per il nostro ente è in costante crescita, come anche la fiducia di agricoltori, commercianti e consumatori. I numeri lo confermano: gli associati al consorzio risultano tuttora 54, rispetto ai 45 di fine 2023, con una crescita del 20%. Ad aderire sono le imprese localizzate in quasi tutte le province pugliesi, ma nello specifico l'85% di queste sono ubicate nei comuni del sud-est barese (+50%) e nella provincia BAT- Barletta-Andria-Trani (il 35%). Nel 2023 furono richieste 2,5 milioni di etichette, per un totale di 2,2 mila tonnellate di merce, mentre nel 2024 i numeri sono saliti a 3,5 milioni di etichette, per un totale di circa 3,1 mila t di prodotto".
A fare un resoconto è Michele Laporta, presidente del Consorzio per la valorizzazione e la tutela dell'Uva di Puglia Igp, di rientro da Marca, a Bologna, evento dove la compagine ha esposto per la prima volta.
L'Uva di Puglia IGP indica esclusivamente varietà con semi, dunque Victoria, Palieri, Red Globe, Italia e Regina. "I pareri sono discordanti, ma per noi del Consorzio la stagione è stata abbastanza soddisfacente. Per gran parte della campagna, i prezzi si sono mantenuti coerenti e costanti, con un differenza del +25% rispetto alla stessa uva non a marchio. Stiamo lavorando per ampliare il catalogo varietale, includendovi anche altre cultivar. Contiamo di riuscirci nella prossima annata".
Il presidente poi spiega che, durante la stagione 2024, non sono mancati spiacevoli fenomeni di utilizzo improprio del termine "Uva di Puglia", prontamente segnalati dai due enti vigilatori nazionali incaricati dal Consorzio, che è intervento inviando diffide e risolvendo il problema.
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Consorzio Uva di Puglia IGP
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