"Le prime decisioni del presidente USA Donald Trump cancellano i nostri paradigmi della sostenibilità. In altre parole, gli Stati Uniti riducono ulteriormente i loro già bassi costi di produzione del packaging, mentre in Europa continuano a salire. Cosa vuol fare l'Unione Europea? Continuare per la sua strada o accogliere le perplessità delle aziende?"
Lo afferma Rocco De Lucia, titolare di Siropack, azienda italiana che costruisce tecnologie per il packaging e che esporta negli Stati Uniti e in Canada. "Le decisioni di Trump influiranno anche sul settore europeo. Se l'Unione europea continua con i propri protocolli, la nostra competitività, sia rispetto ai paesi emergenti, sia verso quelli più avanzati, continuerà a diminuire. Fra l'altro, l'Unione europea incide solo per il 6% all'emissione di anidride carbonica mondiale, contro il 30% della Cina, l'11% degli Stati Uniti e il 7,8% dell'India. Per contro, l'impatto delle misure adottate dall'UE per diminuire la CO2 è devastante per le aziende, mentre è irrilevante sul fronte dei risultati concreti contro l'inquinamento globale".
Rocco De Lucia
"Il PPWR - continua De Lucia - agisce principalmente sui rifiuti (o meglio una sola parte dei rifiuti), ossia l'ultimo settore per emissioni di CO2 equivalente (e anche per emissioni di GHG, gas a effetto serra). Ci si accanisce quindi su di una filiera e un territorio che hanno un impatto irrilevante sulle emissioni totali di GHG, penalizzando la competitività delle imprese italiane su scala globale, mentre i giganti del Big Tech operano al di fuori di ogni restrizione, investendo pesantemente e comprando ogni tipo di energia elettrica, noncuranti dell'origine di questa energia. Ci fa sorridere questa sorta di 'indulgenze' che l'Europa ha attuato tramite i cosiddetti certificati verdi".
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