Dopo 1.463.000 tonnellate annunciate a Prognosfruit lo scorso agosto e riviste al ribasso a 1.420.000 tonnellate a novembre, le cifre definitive per la produzione di mele di quest'anno sono state fissate (a dicembre) a 1.430.000 tonnellate. Vincent Guérin, responsabile degli affari economici dell'Association Nationale Pommes Poires, fa il punto dopo la fine della prima parte della campagna.
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"La ripresa di gennaio sembra soddisfacente"
Mentre l'anno scorso la stagione delle mele era partita molto bene, grazie soprattutto all'assenza di scorte di riporto dall'emisfero settentrionale, quest'anno l'avvio sembra essere stato più lento. "L'avvio è stato meno dinamico dell'anno scorso, fino a novembre compreso. Dicembre, invece, a differenza di altri anni, è stato un mese ottimo in termini di decumulo, con un alto livello di attività".
Un mercato attivo, favorito dal clima invernale e da una qualità delle mele "molto soddisfacente". Tuttavia, la scarsità di agrumi, unita ai prezzi elevati e al calo dei consumi di frutta esotica durante le festività, "può essere un altro fattore", spiega Vincent Guérin. "La consueta (ri)partenza di gennaio, che dà il via alla seconda metà della stagione, sembra essere soddisfacente, con flussi di vendita in aumento".
Una valutazione simile nei primi 4 mesi della stagione
"A fine dicembre, dopo i primi 4 mesi della stagione, ci troviamo allo stesso prezzo di partenza dello scorso anno", afferma Vincent Guérin. La valutazione è quindi simile a quella dell'anno scorso. Per quanto riguarda le scorte, al 1° gennaio (l'ultima volta che sono state misurate), "eravamo leggermente inferiori all'anno scorso e leggermente superiori alla media degli ultimi 3 anni, tenendo presente che gli ultimi 3 anni sono stati in deficit".
"Un anno perfettamente normale"
Non c'è quindi da preoccuparsi per la campagna 2024/25. "È un anno perfettamente normale. Non si sa mai cosa succederà, ma non c'è motivo di allarmarsi per il resto della stagione; gli indicatori sono positivi - osserva Vincent Guérin, soprattutto per quanto riguarda la produzione europea - Inoltre, l'offerta di varietà bicolori potrebbe essere inferiore nella terza parte della stagione (primavera), il che ci farebbe sperare in un mercato vivace, ancora una volta dato il basso livello delle scorte europee".
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Vincent Guérin
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